Continuano le prese di posizione rispetto alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha detto “no” al crocifisso nelle scuole. La decisione è stato un fulmine a ciel sereno e ha lasciato sbigottita l’opinione pubblica, la Chiesa, parte del mondo politico. Mentre l'ufficio di Nicola Lettieri, il magistrato che difende l'Italia presso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, conferma che verrà presentato un ricorso contro la sentenza, anche in Valle d’Aosta la notizia è stata subito oggetto di prese di posizione. Il Movimento della Stella Alpina è stato il primo ad intervenire sulla questione con una lunga nota nella quale esprime "sconcerto e sdegno per la decisione di costringere lo Stato italiano a non esporre il crocefisso nelle aule scolastiche perché lesivo della libertà di religione".
Pronta anche la risposta anche della presidente valdostana del sindacato italiano locali da ballo, aderente alla Confcommercio, Lilliana Breuvé, che ha invitato i colleghi ad esporre il crocefisso nei luoghi del divertimento notturno. "La proposta – ha detto la Breuvé all’Ansa – raccoglie l'adesione della maggioranza dei 24 associati valdostani al sindacato e sarà presto estesa a livello nazionale. "Non si tratta di una provocazione – precisa la promotrice – rispetto qualsiasi idea, ma egoisticamente vorrei rispettare anche la mia".
Forti perplessità sulla sentenza della Corte europea le ha espresse oggi a margine del Consiglio regionale anche Laurent Viérin, assessore regionale all'Istruzione e cultura della Valle d'Aosta. "Una tradizione radicata come il crocifisso – ha detto Viérin – non può essere letta come un'offesa per nessuno".
Pronta anche la risposta anche della presidente valdostana del sindacato italiano locali da ballo, aderente alla Confcommercio, Lilliana Breuvé, che ha invitato i colleghi ad esporre il crocefisso nei luoghi del divertimento notturno. "La proposta – ha detto la Breuvé all’Ansa – raccoglie l'adesione della maggioranza dei 24 associati valdostani al sindacato e sarà presto estesa a livello nazionale. "Non si tratta di una provocazione – precisa la promotrice – rispetto qualsiasi idea, ma egoisticamente vorrei rispettare anche la mia".
Forti perplessità sulla sentenza della Corte europea le ha espresse oggi a margine del Consiglio regionale anche Laurent Viérin, assessore regionale all'Istruzione e cultura della Valle d'Aosta. "Una tradizione radicata come il crocifisso – ha detto Viérin – non può essere letta come un'offesa per nessuno".