"Pur prendendo atto, con rammarico, del persistere di una netta chiusura rimaniamo tuttavia disponibili ad incontrarci per ricercare delle soluzioni all’attuale fase politica". Cosi Ennio Pastoret e Maurizio Martin, Presidenti di Uv e Stella Alpina commentano a risposta ricevuta da Alpe, Pd e Uvp sulla richiesta d’incontro. "Incontrarsi per esaminare la situazione, senza porre pregiudiziali e parlare di programmi era nelle nostre intenzioni", precisa Pastoret.
La minoranza, come già ribadito ieri durante la conferenza stampa a margine del Consiglio regionale, si è detta disponibile al confronto con Uv e Stella Alpina ma solo in presenza dell’atto di dimissioni del Presidente e della Giunta. "Oggi constatiamo inoltre un fatto nuovo: la minoranza non ha nessuna alternativa da proporre se non quella delle dimissioni. – spiega Pastoret – Una forza politica (il Movimento 5 Stelle, ndr) oggi si è infatti sflilata dall’opposizione dicendo chiaremente che farà il cavaliere solitario. Sono quindi 17 meno due".
Domani sera l’Uv riunirà il Conseil Fédéral a Quart. "Per noi la linea rimane quella del documento approvato lunedì scorso" precisa Pastoret. Alla stessa ora, sempre domani, è previsto anche un incontro tra i vertici di Stella Alpina.
Un altro Consiglio lampo o un’altra occasione per la minoranza?
Con questi presupposti, il muro contro muro andrà quindi in scena anche lunedì 7 aprile, giorno in cui è convocato nuovamente il Consiglio Valle. Anche se conti alla mano, le forze in campo potrebbero ribaltare la situazione e spingere la minoranza a ripensarci. Da una parte, quella della maggioranza, infatti, le defezioni previste sono in aumento: Leonardo La Torre ha confermato la sua intenzione di non volersi presentare in aula, mentre Ego Perron dovrebbe essere impegnato in Congo per partecipare a una riunione della Commission éducation de l’Assemblée parlementaire de la francophonie. Senza contare che l’ex assessore all’Agricoltura Pino Isabellon è ancora convalescente. L’opposizione, invece, potrebbe recuperare una pedina fondamentale se fosse confermato il ritorno tra i banchi di Piazza Deffeyes di Alberto Bertin, le cui condizioni di salute sarebbero nettamente migliorate nell’ultimo periodo. A quel punto, l’inversione dei ruoli sarebbe completa: la minoranza potrebbe contare su 17 elementi contro i 15 (16 con Isabellon), dell’ormai ex-maggioranza e approvare risoluzioni a piacimento.
Ma c’è di più, perché ai sensi dell’articolo 106 del regolamento, Alpe-Pd-Uvp e M5S potrebbero anche decidere di attaccare singolarmente i membri della Giunta, senza presentare un mozione di sfiducia costruttiva nei confronti del Presidente, che presuppone un’alternativa, ma una o più mozioni di sfiducia nei confronti di singoli Assessori (devono essere sottoscritte da almeno un quinto dei consiglieri assegnati, ndr). Per questo tipo di mozioni, però, non sono ammesse procedure d’urgenza: devono essere presentate almeno tre giorni prima la discussione e il voto. Ergo, la strategia dovrebbe già essere in atto. Infine, le mozioni di sfiducia agli Assessori devono sono approvate a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati (vale a dire 18 consiglieri, ndr), per appello nominale. Insomma, all’alleanza autonomista-progressista servirebbe ancora la mano di un franco tiratore. Un’ipotesi senz’altro complessa e cervellotica, ma sulla carta non impossibile.