Da aprile gli uffici postali di Etroubles, Ayas, Champoluc, Torgnon e Challand passeranno dagli attuali sei a tre giorni di apertura mentre quelli di Saint-Oyen, Fontainemore e Bard da tre a due giorni. Il piano di razionalizzazione, presentato da Poste italiane ieri alla Conferenza delle Regioni, non prevede la chiusura in Valle d’Aosta di nessun ufficio ma un’importante riduzione dei giorni di apertura.
"Non riteniamo questo piano la panacea per risolvere i problemi, soprattutto tenendo conto di quello che è il servizio postale sui piccoli comuni" ha spiegato oggi in conferenza stampa di Giunta, Augusto Rollandin "Abbiamo comunque ottenuto la disponibilità a fare degli incontri a livello locale per valutare le conseguenze di questo atto. Il servizio è importante soprattutto per le persone anziane e i numeri di conti aperti con le poste qui sono molto alti" ha aggiunto Rollandin.
Nel frattempo la scelta dell’azienda, comunicata alcune settimane fa, ha fatto scendere sul piede di guerra i sindacati che hanno aperto un formale conflitto di lavoro. I sindacati contestano a Poste italiane la mancata applicazione dell’accordo sottoscritto più di un anno fa che prevedeva l’assunzione di quattro persone.
“Se l’azienda pensa di risolvere i problemi relativi alla carenza di personale chiudendo gli uffici noi diciamo che questa non solo non è la soluzione ma che creerà ulteriori disagi ai clienti” sottolinea Vilma Gaillard della Cgil.
“Già oggi non riusciamo in alcuni casi ad aprire gli uffici mentre su quelli con alta affluenza come Aosta, Chatillon e Saint-Vincent da quattro sportellisti si è passati a due con la conseguenza che si creano lunghe code e viene meno la qualità del servizio” continua Gaillard.
I dipendenti in Valle d’Aosta di Poste italiane sono passati dai 600 del 1998 ai 300 attuali. “Quest’anno e i prossimi usciranno per pensionamenti o esodi incentivati dalle 7 alle 8 persone l’anno” spiega Enzo Berthod della Cisl “Il saldo sarà negativo creando delle forti criticità sul territorio. Non si può contenere i costi sempre agendo sul personale, con azioni unilaterali”.
Con l’apertura del conflitto di lavoro e l’avvio delle procedure nei tempi contrattualmente previsti l’azienda a breve dovrebbe convocare le organizzazioni sindacali. “Se l’azienda deciderà di non assumere queste persone siamo pronti ad andare avanti anche proclamando uno sciopero” conclude Gaillard.