"Vinco in tutto il mondo senza nessun tipo di problema eppure sono tre anni che qui mi sento rivolgere accuse di ogni genere: quelle di ieri sono state troppo. Sbagliate, infamanti, offensive e cattive". La pioggia di questa notte non ha aiutato Francesca Canepa a sbollire la rabbia accumulata ieri pomeriggio, né tantomeno a rinfrescare l’aria del Tor des Géants, diventata pesantissima dopo le vicende che hanno portato prima al ritiro e poi alla squalifica ufficiale della sua “regina”. Oggi a Gressoney ci ha raccontato la sua versione dei fatti, respingendo nuovamente tutte le accuse d’irregolarità e ipotizzando azioni legali, anche nei confronti dell’organizzazione. "Farò tutto il possibile nelle sedi opportune per tutelare la mia immagine – ha spiegato ancora decisamente furiosa – questa cosa di sicuro non passa così, perchè quest’accusa ha sporcato la mia immagine, ha leso me, la mia famiglia e tutto quello che c’è intorno".
La ricostruzione della giornata di ieri
La corsa della vincitrice delle ultime due edizioni si è fermata alla base vita di Donnas, dove ieri è arrivata poco dopo le 13. Il suo allenatore, Renato Jorioz, la informa subito delle voci che circolano ormai incontrollate fin dalla prima mattina: “Dicono che hai preso l’auto a Cogne, forse c’è un esposto da parte di un altro atleta, rischi la squalifica”. Canepa scoppia a piangere per la tensione e rimane in attesa di capire cosa stia succedendo. Passano due ore, poi arriva una comunicazione ufficiale della direzione di corsa, consegnata a mano da due commissari. “Procedimento di squalifica in corso: sono attualmente in corso gli accertamenti. La Direzione di Gara, terminati gli accertamenti necessari, notificherà le decisioni disciplinari assunte”. Con il rischio di essere fermata più avanti, decide di attendere ulteriori comunicazioni che arrivano però soltanto dopo le 18. “Acquisita ufficialmente la documentazione relativa ai controlli effettuati dai commissari di gara Canepa è stata squalificata dalla Giuria per non essere transitata presso il punto di controllo di Les Goilles a Cogne”. Nel frattempo, è calato il gelo tra l’atleta e la direzione di corsa. "Non è stato possibile spiegarci con l’organizzazione – spiega Canepa – perchè nessuno di loro ci ha chiesto la nostra opinione. Nessuno ha risposto al telefono quando sono stati chiamati".
Ma cos’è successo tra la base vita di Cogne e il rifugio Sogno?
Per ricostruire ciò che è accaduto bisogna tornare indietro di qualche ora. Il giallo inizia alla base vita di Cogne, dove la testa della corsa arriva alle 3 di mattina. Nel giro di un’ora entrano ed escono nell’ordine Trivel, Collé, Perez, Guillon, Rossi, Hollon, Le Saux. Poi arriva la prima delle donne, Francesca Canepa, che s’infila nel palazzetto alle 4.23: il tempo di mangiare qualcosina, riposare un attimo e alle 4.57 è già pronta per ripartire. Hollon la precede di cinque minuti, Rossi la segue di altri cinque. Il successivo punto di rilevamento cronometrico, con strisciata del chip, è al rifugio Sogno di Berdzé, alla base del col Fenêtre, punto di incontro tra le valli di Cogne e di Champorcher. Prima però c’è un punto di controllo a Les Goilles, 2 km sopra Lillaz. "Ho fatto il percorso come sempre – racconta Canepa – sono transitata al punto di Les Goilles, solo che in quel momento lì fuori non c’era nessuno. Allora mi sono presa il tè da sola, perchè era lì, e ho continuato fino al Sogno".
Le accuse di Rossi
Al Rifugio Dondena, però, Paolo Rossi incrocia Francesca Canepa, che si è fermata a firmare degli autografi a dei bambini, e iniziano a piovere le prime accuse. “Com’è stato il viaggio da Cogne a Lillaz in macchina?”, attacca lui, convinto di essere stato davanti fin da Cogne e di non essere mai stato superato. Canepa replica sbigottita: "Se hai dei problemi rivolgiti all’organizzazione". Le voci del litigio iniziano a circolare, così come l’ipotesi di un possibile esposto di Rossi. In realtà Canepa è uscita dalla base vita prima di lui: le tabelle le danno ragione, non lo ha mai superato perché era già davanti a lui. Forse Rossi non ha visto Canepa uscire, ma potrebbe aver visto l’auto del suo allenatore allontanarsi dal parcheggio. Con lui c’era il medico Marco Patacchini. “Abbiamo preso la poderale per salire al rifugio – spiega Jorioz – e siamo anche stati fermati dai Forestali. In macchina c’eravamo solo noi due". In ogni caso, alla fine Rossi decide di non presentare l’esposto, l’organizzazione invece procede con altre verifiche, che porteranno poi alla squalifica di Francesca Canepa.
Un danno d’immagine anche per il Tor
Tagli di percorso, litigi ad alta quota, squalifiche: non è la prima volta che il Tor des Géants si tinge di giallo. Nel 2010, sul finire della prima edizione, l’alpinista Abele Blanc fu accusato di aver usufruito di un passaggio per accorciare il percorso. L’anno successivo lo svizzero Marco Gazzola fu squalificato addirittura dopo aver già tagliato il traguardo e festeggiato la vittoria, per aver saltato l’ultimo controllo, al rifugio Bertone, a pochissimi km da Courmayeur: la sua ammissione di colpevolezza aiutò a sedare le polemiche. Una contestazione simile, senza provvedimenti disciplinari però, vista la regolarità dei passaggi ai controlli, fu mossa a carico di Franco Collé lo scorso anno, reo di aver accorciato il percorso nei pressi del Rifugio Dondena. Ieri sulla graticola è finita Francesca Canepa, inferocita con un’organizzazione che dopo questo ennesimo episodio viene chiamata in causa e messa in discussione da molti. Questa mattina l’atleta spagnolo Salvador Calvo Redondo, ritiratosi ieri a Chardonnay, ha commentato duramente l’accaduto sulla sua pagina facebook. "Mi sono rotto le scatole, questo è diventato un circo. Se ciò che è successo l’anno scorso è stato patetico, questo lo ha superato".
Ecco il video integrale dell’intervista realizzata questa mattina da Romual Desandré a Gressoney: