L’incarico di addetto stampa prima e di portavoce poi affidato dal Comune di Aosta finisce nel mirino della Corte dei Conti. Nei giorni scorsi è arrivata in Municipio la relazione finale della sezione di controllo che sollevando una serie di criticità invita l’Amministrazione comunale di Aosta "ad adeguare la propria attività amministrativa in materia di incarichi di attività di informazione e di comunicazione istituzionale alla legge regionale 22 del 2010".
I rilievi mossi dalla sezione riguardano in prima battuta l’incarico di addetto stampa nel periodo luglio -ottobre 2015 affidato al giornalista Moreno Vignolini per un compenso di 17mila euro circa.
La Corte dei Conti richiama la legge regionale 22/2010, che prevede “l’eventuale costituzione dell’ufficio stampa mediante assunzione a contratto di giornalisti iscritti all’Albo, reperiti tra personale interno o esterno, mediante rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato, di durata non superiore a cinque anni e rinnovabile, con applicazione del trattamento economico e giuridico dei giornalisti”.
La sezione contesta poi il fatto che “sia nei provvedimenti autorizzatori del Comune, sia nell’offerta del c.d. “operatore economico” costituente contratto di servizio, non è rinvenibile alcun capitolato d’oneri del c.d. “appalto di servizi”, né l’indicazione della presenza di un’organizzazione di mezzi dell’impresa, tipicamente necessari nell’appalto, evidenziando che la fattispecie configura, in realtà, un conferimento di incarico individuale con contratto di collaborazione autonoma di natura coordinata e continuativa”.
Le prime contestazioni sull’incarico sono arrivate nel giugno scorso. All’amministrazione comunale la sezione di controllo chiedeva elementi utili a verificare il complessivo rispetto, nel 2015, dei limiti di spesa imposti dalla legge in materia di conferimenti di incarichi professionali esterni.
Le risposte fornite dal Segretario generale non sono state però ritenute soddisfacenti dalla Corte dei Conti che nella relazione finale evidenzia come “l’assenza di un capitolato d’oneri delle prestazioni e la contemporanea costituzione del solo vincolo del loro espletamento mediante “interfaccia quotidiano con l’Ufficio di segreteria del Sindaco per la programmazione delle attività giornaliere” renda acclarata la natura di collaborazione coordinata e continuativa dell’incarico in argomento, da affidarsi previo esperimento della procedura comparativa prevista dalla normativa richiamata”.
Le spese, quindi, "non risultano corrette in relazione alla definizione del trattamento economico e giuridico contenuta nel richiamato art. 15 della l.r. n. 22/2010, e, soprattutto, esse risultano assunte in presenza del divieto assoluto imposto dalle misure conseguenti allo sforamento degli obiettivi del patto di stabilità 2014”.
Inoltre, per quanto comunicato dal Segretario generale del Comune, “tali spese risultano aver superato i limiti di spesa all’epoca non considerati dall’Ente in ragione della ritenuta sussistenza di un appalto di servizi”.
Anche l’incarico da portavoce affidato a Vignolini nel periodo novembre-dicembre del 2015, secondo la sezione di controllo, non risponderebbe alla legge regionale.
“Le disposizioni del capo I della l. 150/2000 – che ricomprendono l’art. 7 relativo al “portavoce” dell’organo di vertice dell’ente – si applicano alle regioni a statuto speciale “nei limiti e nel rispetto degli statuti e delle relative norme di attuazione” – si legge nella relazione – costituiti dalla l.r. 22/2010, che prevede la facoltà di costituire un ufficio stampa (art. 15) ma non anche di conferire un incarico di “portavoce””.
La prima conseguenza della relazione è stato la messa in standby del nuovo incarico di portavoce che doveva essere siglato in questi giorni.
“Stiamo cercando con i legali di capire i rilievi mossi” spiega il sindaco di Aosta, Fulvio Centoz “Contiamo di andare avanti tenendo in debita considerazione le rilevazioni che ci sono state fatte ma per questo sono necessari tutti gli approfondimenti”.