E’ stata dedicata alla scelta dei riti l’udienza preliminare, tenutasi al Tribunale di Aosta oggi, venerdì 20 ottobre, per definire le posizioni dello psichiatra aostano Marco Bonetti – accusato di violenza sessuale, truffa, peculato, falso, corruzione e cessione di sostanze stupefacenti – e di sette suoi pazienti, chiamati a rispondere di corruzione e falso.
Dinanzi al giudice Eugenio Gramola, con l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Luca Ceccanti, tutti e otto gli imputati hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Nella prossima udienza, fissata per il 13 dicembre, verrà poi conferito l’incarico alla psichiatra Mercedes Zambello per una perizia sui certificati rilasciati dal medico, al fine di stabilire se le diagnosi contenute in essi siano false (come sostenuto dall’accusa, a seguito delle indagini) rispetto alle effettive condizioni di coloro cui sono stati consegnati. Inoltre, sarà ascoltato un consulente di parte, che interverrà sullo stato del paziente che l’ha nominato.
Bonetti era stato arrestato il 28 marzo scorso, dopo le indagini svolte dal Gruppo Aosta della Guardia di finanza, che si erano sviluppate alla fine del 2016. In quel periodo, il medico era il “numero 2” del reparto di psichiatria dell’Unità Sanitaria Locale (andato in pensione nei mesi dopo). Piazzando anche telecamere nel suo studio, gli inquirenti (il fascicolo era stato seguito inizialmente dal Procuratore capo Avenati Bassi, poi è passato al pubblico ministero Luca Ceccanti) gli avevano addebitato vari episodi di “avances” sulle persone che si rivolgevano a lui per disturbi e malattie, in particolare cinque pazienti e la madre di una sesta.
Un’altra accusa riguarda l’“addomesticamento” di certificati consegnati a sette persone, a fronte di somme di denaro. Per questo “filone” dell’inchiesta erano finiti nei guai, venendo denunciati, anche coloro che li avevano “sollecitati”, tutti dipendenti pubblici. Sono proprio queste attestazioni, relative tra l’altro a “disturbi depressivi ansiosi progressivi”, “sindrome depressiva maggiore” e “depressione ansiosa”, quelle su cui dovrà pronunciarsi il consulente nominato dal giudice Gramola.
A Bonetti la Procura contesta, inoltre, di aver causato “la dipendenza di oppiacei” di una donna in cura da lui, prescrivendole fiale di morfina “senza alcuna finalità terapeutica”. Infine, il quadro accusatorio si completa con le ipotesi di reato di peculato (stando all’accusa, dopo la pensione il medico aveva portato con sé, negli ambulatori dove continuava a visitare privatamente, ventidue confezioni di medicinali ospedalieri, per un valore appena inferiore ai 220 euro) e di aver ricevuto dai pazienti somme non dovute durante le visite, perché le stesse avvenivano in regime pubblico. Relativamente a quest’accusa, le Fiamme gialle avevano sequestrato 83.665 euro, in occasione di perquisizioni tra la casa e gli ambulatori del medico.
Marco Bonetti è assistito dagli avvocati Massimo Balì e Jacques Fosson. In ragione delle accuse mosse, della qualità di ex dipendente dell’Azienda sanitaria locale del medico (e di dipendenti in servizio per due degli altri sette imputati), l’USL della Valle d’Aosta si è costituita, all’udienza di stamane, parte civile nel procedimento, tramite l’avvocato Corrado Bellora del foro di Aosta.