Saranno consegnati entro un massimo di tre mesi i parcheggi di superficie nell’area nord del nuovo Polo Universitario aostano, i cui lavori sono in essere nell’area dell’ex caserma Testa Fochi.
Ad annunciarlo questo pomeriggio, durante i lavori della II Commissione consiliare del Comune di Aosta, l’Amministratore Unico della Società di scopo NUV (Nuova Università Valdostana) Bruno Milanesio, chiamato a relazionare sull’andamento dei lavori e sugli effetti sulla città: “Si sta procedendo ora – ha spiegato – alla realizzazione dei parcheggi superficie dell’area nord e ai lavori sull’area verde che dovrebbero essere pronti nel giro di due, massimo tre mesi. L’edificio ‘Zerboglio’ invece (quello posto ad est), con il primo nucleo comprensivo di aule, laboratori e aula magna sarà consegnato per ultimo e che potrà contenere tutti gli attuali 1300 studenti e anche più, con la consegna del primo lotto previsto per settembre 2018, dal momento che tutti i rischi che potessero fare slittare le consegne sono passati tutti e non dovrebbero esserci più sorprese. Nel frattempo si continuerà con la cantierizzazione della piazza dell’Università”.
Posti auto complessivi che saranno 240, 38 dei quali interrati, e nessuna modifica sarà apportata alla circolazione cittadina. Nemmeno la restituzione al piazza senza auto di Piazza della Repubblica, inserita comunque nel piano di sviluppo.
È stata inserita invece una variazione, vista la delibera di ampliamento della rete ciclabile di Aosta: “Nel progetto esecutivo – prosegue Milanesio – manca ancora una parte di pista ciclabile inserita variante all’intesa che il Comune ci ha chiesto di realizzare, in accordo con l’amministrazione regionale”.
Scettici i commissari comunali di minoranza, che temono l’effetto ‘cattedrale nel deserto’: “Servirebbe una riflessione su questa ‘grandeur’ – spiega Patrizia Pradelli, M5S – perché Aosta è una cittadina nella quale la ferrovia non arriva, tagliamo i trasporti pubblici ma costruiamo una serie di nuovi parcheggi”. Critico anche Loris Sartore, Alpe: “Il quadro complessivo sa di ‘rattoppo’: si crea un edificio e si dà una sistematina alla zona con due pensiline. Capisco si speri ancora che gli altri due lotti verranno realizzati, ma sono molto preoccupato. Sembra mancare un senso logico complessivo in questa realizzazione”.
Severo anche il giudizio di Luca Lotto, consigliere pentastellato: “Questo progetto è un’occasione persa perché non ha tenuto conto del contesto intorno, infatti è confinato nel perimetro della caserma e rappresenta bene il pensiero limitato e circoscritto dell’intervenire sull’oggetto senza tenere conto di ciò che lo circonda. Una università è anche ‘tessuto’, qui non si è pensato ad una università che ha quindici anni di vita e che AlmaLaurea ha messo tra gli atenei di ‘serie b’”.
“Sono favorevole ad una università e ad una cultura che si apra – ha attaccato invece Carola Carpinello, de L’Altra VdA – ma non è questo il caso. Per ora l’utilità è quella dei parcheggi, e mi sembra onestamente un po’ pochino”. Mentre per Étienne Andrione “non è un vero progetto di riqualificazione”. Per Vincenzo Caminiti (UV), invece, “la paura è quella di non vedere mai finire le cose che iniziano”.
Accuse respinte in toto da Milanesio: “Non siamo in presenza di una cosa più grande di quella che potevamo permetterci – ha concluso – e non credo sia una di quelle cose destinate a finire nel nulla. Non farà la fine né dell’aeroporto né del Trenino di Cogne. L’Università ha anzi le caratteristiche da giocare per poter essere una ‘protesi’ culturale per la Valle, perché se non produciamo qualità siamo destinati a scomparire”.