E’ arrivata in Procura nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 2 maggio, la nuova relazione del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves sulla valanga che, lo scorso 7 aprile, ha fatto due vittime sul Col Chamolé, sopra Pila. Il rapporto giunto sulla scrivania del pm Eugenia Menichetti – titolare del fascicolo che vede sei indagati per disastro ed omicidio plurimo colposi (tutti istruttori della scuola Cai “Pietramora”, organizzatrice del corso di scialpinismo avanzato in cui rientrava l’uscita in Valle d’Aosta) – si concentra, in particolare, su aspetti tecnici del distacco.
A quanto si apprende, contiene analisi e informazioni sul tipo di valanga, sul suo punto di distacco, nonché su elementi oggettivi e soggettivi che entrano in campo in eventi di questo tipo. Include poi elementi che gli inquirenti giudicano “particolarmente interessanti sotto l’aspetto ambientale” e che il pm valuterà alla luce del quadro accusatorio ipotizzato. Sul fatto che, quel sabato mattina e con quelle condizioni meteo e nivologiche, non fosse il caso di scegliere quell’itinerario (il gruppo stava salendo verso il rifugio Arbolle, lasciata la seggiovia per Chamolé), il maresciallo Delfino Viglione, comandante delle Fiamme gialle cui sono stati delegati gli accertamenti, non nega che “probabilmente c’erano delle gite anche meno impegnative”, ma “alla luce dei fatti è facile dirlo” e “a posteriori è sempre difficile dare dei giudizi e fare delle affermazioni”.
Sotto indagine sono: Vittorio Lega, 51 anni, istruttore nazionale Cai di scialpinismo di Faenza e direttore del Corso; Leopoldo Grilli, 44 anni, della sezione Cai di Imola; Alberto Assirelli, 50 anni di Ravenna; Paola Marabini, 56 anni di Faenza; Giacomo Lippera, 45 anni di Rimini; Matteo Manuelli, 43 anni di Imola. La valanga, dalle dimensioni importanti (un fronte di 250 metri, che aveva percorso un dislivello di 600 metri) aveva travolto, uccidendoli, Roberto Bucci, 28enne di Faenza, snowboarder partecipante al corso (che saliva con le ciaspole e la tavola nello zaino), e Carlo Dall’Osso, 52 anni di Imola, settimo istruttore del Cai che accompagnava il gruppo, trascinato dalla massa nevosa nelle acque gelide del lago Chamolé, dov’è stato recuperato dai sommozzatori dei Vigili del fuoco, al termine di operazioni di soccorso complesse.
Nelle scorse settimane, nell’ambito delle indagini, i finanzieri avevano sentito – in qualità di persona informata sui fatti – il direttore della scuola Cai “Pietramora”. In quell’occasione, era stata accertata l’assenza di figure gerarchiche intermedie tra lo stesso responsabile della scuola e il direttore (indagato) del corso.