Vitalizi, 55 ex consiglieri pronti a riscattare 20 milioni di “pensione”

Degli 87 ex consiglieri o loro congiunti che ogni mese incassano un assegno vitalizio, in 55 ) hanno aderito alla proposta fatta dal legislatore regionale di riscattare subito la "pensione" in forma di capitale, seppur con alcune decurtazioni.
L'aula senza minoranza - Consiglio regionale XIV legislatura
Politica

Deve essere suonata un po’ come un “si salvi chi può” alle orecchie degli ex consiglieri regionali la norma sui vitalizi inserita nell’ultima finanziaria regionale. Degli 87 ex consiglieri o loro congiunti che ogni mese incassano un assegno vitalizio, in 55 (Nda erano 56 ma uno dei richiedenti è venuto a mancare ieri) hanno aderito alla proposta fatta dal legislatore regionale di riscattare subito la "pensione" in forma di capitale, seppur con alcune decurtazioni. Dalle casse dell’Istituto dell’assegno vitalizio si apprestano quindi ad uscire un po’ meno di 20 milioni di euro su un fondo attuale di 32 milioni di euro. La cifra è ancora spannometrica perché gli uffici devono effettuare i calcoli per ogni singola posizione ma sicuramente non si parla di bruscolini.

L’articolo 2 dell’ultima finanziaria dava la possibilità, entro e non oltre il 31 marzo, ai titolari di assegno vitalizio nel regime della prestazione definita (dal 2003 si è passati al sistema contributivo) di chiedere la liquidazione della propria posizione in forma di capitale. Quest’ultima viene calcolata in base alla riserva matematica al 31 dicembre 2016, tenendo conto dei tagli operati nel 2015 e validi fino al 2027 (6, 9, 12 e 15 per cento a seconda dell'importo mensile erogato, con una maggiorazione del 40 per cento per chi percepisce un doppio vitalizio) e con un'ulteriore sforbiciata dell’11%. Una facoltà letta da tanti, il 65% circa dei titolari di assegni vitalizi, come un’opportunità soprattutto in un periodo dove il tema è diventato urticante per i cittadini e scottante per i politici con il Movimento 5 Stelle che da tempo ne chiede l’abolizione. Anche in Valle d’Aosta i due consiglieri grillini, che hanno rinunciato ai versamenti contributivi a carico dell’Assemblea, si sono visti bocciare più volte la proposta di eliminare “questo privilegio”.

A preoccupare però gli ex consiglieri è stata probabilmente anche la sostenibilità economica dell’Istituto dell'assegno vitalizio che senza le misure straordinarie messe in campo con l’ultima finanziaria – oltre ai tagli è stato previsto un trasferimento di 4,4 milioni di euro di  cui 2,2 nel 2018 e altrettanti nel 2019 – rischiava il tracollo. 

“E’ un’azione positiva per la pubblica amministrazione perché va nell’ottica di un risparmio” sottolinea il Presidente del Consiglio regionale, Andrea Rosset “I vitalizi sono previsti per legge, una  legge che non posso fare finta che non esista. Qui sono responsabile per tutti i consiglieri non solo per me stesso, che tra l’altro non sono coinvolto da questa norma.”

Oltre ai 55 titolari di assegno vitalizio che si spartiranno circa 20 milioni di euro  – la cifra è al lordo – altri cinque ex consiglieri regionali e due attuali (a stare ancora sotto il vecchio regime sono André Lanièce e Ego Perron) hanno deciso di optare per la capitalizzazione, pur non avendo raggiunto i limiti di età. I soldi potranno però essere ritirati solo al raggiungimento dei requisiti.

I nomi e i cognomi dei 55 "fortunati"? Per conoscerli bisognerà aspettare l'arrivo di una legge che renda pubbliche queste informazioni. 

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