Torna in auge in Consiglio comunale ad Aosta la sorte dell’ex caserma della Guardia di Finanza di via Chambéry, crollata nel 2003.
Ad accendere il dibattito è la scelta delineata nella Variante al Piano Regolatore Comunale presentata dalla Giunta di cambiare destinazione all’immobile da sottozona F – ovvero di pubblico interesse – a zona B.
A illustrare la scelta del Governo comunale è il consigliere Pdl Luca Mantione: “Dal crollo 2003 ad oggi – ha spiegato – si è giunti ormai ad uno stato di stallo. I vincoli preordinati oggi non sono più attuali, c’era vincolo precedente di utilizzo pubblico ma oggi la Guardia di Finanza è ora dotata di una caserma nuova. La volontà è quella di togliere il vincolo pubblico per poter riqualificare l’area, riconsegnare il parcheggio alla cittadinanza e riconsegnare box interrati ai legittimi proprietari”.
A proporre l’alternativa è il gruppo Alpe, che reitera la proposta fatta sabato scorso in conferenza stampa, collegata al riuso dell’attuale prefabbricato utilizzato dalla scuola ITPR come ‘scuola polmone’: “Abbiamo pensato che la scuola attuale dovrebbe rimanere lì dov’è e fungere essa stessa da ‘scuola polmone’ – spiega il consigliere Gianpaolo Fedi – trasformando l’ex caserma in una palestra che renderebbe la scuola autonoma e riparerebbe al problema annoso della carenza delle strutture sportive per le scuole cittadine. Si potrebbe mantenere per quella zona l’interesse pubblico, passandola anzi ad interesse scolastico. Con il privato proprietario di quell’area si potrebbero mantenere le autorimesse. Il Comune potrebbe avviare questo ragionamento con la Regione per risparmiare un notevole nuemro di risorse, pari a circa 25 milioni di euro preventivati per la ‘scuola polmone’ da costruire in via Tzambarlet”.
Proposta che svela anche dei contorni inquietanti: “Ieri è stata recapitata anche una lettera molto vaga in sede Alpe – prosegue Fedi – con su scritto ‘l’ex caserma è cosa nostra’”.
Risponde nel merito l’assessore all’Urbanistica Flavio Serra, che chiude subito la porta: “Oggi è necessario fare i conti con la realtà contingente. Per riutilizzare la struttura dobbiamo pensare di espropriarla, demolirla, fare costruire ed entrarne in possesso. Di fronte a tutta una serie di emergenze non credo siano sostenibile oneri di questo genere. Sostituire un vincolo con un altro ci porterebbe a vedere per altri vent’anni il degrado che vediamo oggi.L’orientamento è invece quello di recuperare il parcheggio in superficie e permettere ai circa 40 privati di tornare in possesso dell’autorimessa sotterranea”.
Linea, quella dell’assessore, che convince il Consiglio: la mozione Alpe non viene accolta a fronte di sei voti favorevoli (Alpe stessa e Momigliano Levi di Sinistra della Città), dodici astensioni (Union Valdôtaine – tranne Giordano e Folliene, contrari – e gruppo Misto di maggioranza) e undici voti contrari (Stella Alpina, Pdl).
Resta perplessa Alpe, come spiega la consigliera Iris Morandi: “Si vuole giustificare questa scelta che ormai non ha più alcun senso. Vi sembra logico, disponendo di struttura relativamente nuova e funzionale abbatterla per costruirne un’altra in via Tzambarlet, immediatamente disponibile? Conosciamo poi i tempi di realizzazione delle opere pubbliche e i rischi a cui andiamo incontro. È irragionevole, disponendo già di una ‘struttura-polmone’, costruirne un’altra”.