Non si placano le polemiche sull’ingresso in maggioranza del Pd. Dopo le critiche piovute addosso al gruppo guidato ora da Jean-Pierre Guichardaz nella due giorni di Consiglio regionale, Alpe e Uvp continuano a prendere di mira l’ex alleato di minoranza. In una nota congiunta i due movimenti parlano di una "mera operazione di potere e di opportunismo, benedetta dai poteri romani in cambio di presunti “sgravi” per una Valle d’Aosta, ormai sempre più debole e con un’autonomia piegata a logiche di poltrone".
I Presidenti Alessia Favre e Alexis Vallet si dicono delusi per l’abbandono da parte del Pd del "progetto di radicale alternativa, nato con la coalizione autonomista democratica e progressista" e definiscono la scelta "un atto di incoerenza politica" "di tradimento dei valdostani".
I due movimenti non risparmiano critiche anche nei confronti del nuovo programma di governo: "una lista di scarne buone intenzioni senza dettagli e tanto meno espressione di una reale virata nei metodi e nei contenuti nella conduzione dell’azione di governo".
La nuova maggioranza, proprio come la precedente, sottolineano ancora Favre e Vallet "è inchiodata ai veti incrociati e che subito ha voluto far capire ai nuovi arrivati qual è l’aria che tira: la mancanza di solidità e prospettiva di questa nuova maggioranza è ben evidente nell’esito della votazione di nomina del nuovo Assessore neanche eletto e già bersaglio dei suoi nuovi “compagni”".
Alpe e Uvp annunciano, infine, di voler essere "vigili nel loro lavoro, nel rispetto profondo del mandato che gli elettori hanno dato loro e si impegnano da subito a rilanciare con forza e intensità il progetto di una Valle d’Aosta rivolta al futuro e non rannicchiata sul passato e sulle poltrone".