“Il problema è capire se oltre al ‘changement’ c’è anche ‘cohérence’, parce que le changement sans cohérence risque d’être un ‘change rien’, ou, pour meux dire, un ‘change seulement une personne”.
L’approvazione del bilancio consuntivo del Comune di Aosta, l’ultimo atto della Giunta Giordano approvato con 18 voti favorevoli, 7 contrari (Alpe e Sinistra per la Città) e 3 astenuti (PD-PSI), è stata l’occasione per il Sindaco uscente per levarsi qualche sassolino dalla scarpa.
Un intervento fiume che dopo l’elenco – atto dovuto – del programma realizzato in questi cinque anni, diventa l’opportunità non solamente per un ‘consuntivo’ della sua azione di governo, ma soprattutto evidenzia il malumore del Sindaco per la peculiare situazione nella quale si trova alla viglia delle elezioni Comunali di maggio.
“La cosa che più mi fa incazzare – dice fuori dai denti Bruno Giordano – è che si voglia far passare per uomo di destra una persona per cui questa etichetta, già solo per il nome e cognome che porta, rappresenta una contraddizione in termini, e che contraddice la mia storia di socialista e la mia natura di riformatore, perché tale mi considero”.
E, a proposito di ‘destra’ Giordano non spara certo a salve, pure un po’ a sorpresa, neppure sui membri della sua medesima Giunta e sull’alleanza di UV/SA/PD con Creare VdA, con l’assessore Andrea Paron nel mirino: “Sappiamo che in politica vale tutto e il contrario di tutto – spiega – ma arrivare a far passare il sottoscritto per uomo di destra e un militante, per quanto ex, di AN per uomo di sinistra, portatore dei valori dell’antifascismo, mi sembra davvero troppo. Insomma, se si voleva trovare una scusa per mandarmi a casa, che perlomeno la si trovasse un po’ più credibile”.
Discorso da girare direttamente all’Union Valdôtaine, e Giordano lancia il sasso senza nascondere il braccio: “Qual è l’utile politico – si chiede – nell’aver regalato la candidatura alla carica di Primo Cittadino ad un’altra forza politica? Essendo notoriamente intellettualmente limitato, non comprendo”.
Domanda retorica, perché la risposta Giordano se la cerca da solo a stretto giro: “È evidente a tutti che al nuovo ‘Senato dei cento’ servisse più un Centoz o, in omaggio al bilinguismo, un Centoz (pronunciato alla francese) che non un Giordano Bruno”.