Roma, 27 ott. (AdnKronos) – Crescono gli italiani che riescono a risparmiare e sale il numero dei potenziali investitori. Anche se gli anni di crisi hanno comunque ridotto le riserve di denaro di molte famiglie. E’ quanto emerge dall’indagine Acri-Ipsos, in occasione della Giornata mondiale del Risparmio. Questo, in un quadro in cui la crisi pesa ancora ma cresce la soddisfazione degli italiani rispetto alla propria condizione economica. Le famiglie colpite direttamente dalla crisi sono ancora molte – 1 su 4 (il 25% contro il 27% del 2014 e il 30% del 2013) – ma il numero di soddisfatti rispetto alla propria situazione economica (il 55% della popolazione), per la prima volta dopo quattro anni, supera quello degli insoddisfatti: di ben 10 punti percentuali.
Per la prima volta dopo 4 anni il numero di persone che non vivono tranquille se non mettono da parte dei risparmi è superato da quello di coloro che risparmiano solo se ciò non comporta troppe rinunce: il 48% contro il 42%. Questo non vuol certo dire che gli italiani non siano più un popolo di risparmiatori. Anzi. Vuol dire che hanno meno ansia riguardo al risparmio per il futuro. Per il terzo anno consecutivo, infatti, la quota di italiani che negli ultimi dodici mesi hanno effettivamente risparmiato cresce, di 4 punti percentuali, passando dal 33% del 2014 al 37% attuale, il dato più alto dal 2010. Al contempo si riducono per il terzo anno di fila, e in modo consistente, le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 25% del 2014 al 22% attuale (un dato così ridotto non lo si vedeva dal 2005). È interessante notare che la crescita di chi è riuscito a risparmiare è sostanzialmente legata al Nord Ovest (il 48% è riuscito a risparmiare) e ai giovani (il 50% ha risparmiato).
Intanto, risale la fiducia nel mattone. Nel 2006 la percentuale di coloro che vedevano nel mattone l’investimento ideale era il 70%, scesa progressivamente fino al 24% del 2014; nel 2015 essa risale di ben 5 punti percentuali, raggiungendo il valore del 29%.
Torna anche la voglia di consumare, soprattutto presso le classi medie e più abbienti, che paiono voler festeggiare la fine di un periodo di seria preoccupazione, concedendosi qualche lusso da tempo agognato e rimandato. Le loro spese si indirizzano soprattutto verso elettronica e telefonia, prodotti alimentari e spese per l’auto: rimane ancora poco fruito il fuori-casa