Si faceva chiamare “Ginger” e ricopriva il ruolo d’intermediario in un grosso traffico di cocaina tra la Colombia e l’Italia. Oronzo Tornese, 70 anni, originario di Lecce ma residente a Saint-Vincent, è finito tra i dodici destinatari di misure cautelari in carcere nell’ambito di un inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza. L’uomo era già ospitato a Brissogne per altre vicende legate alla droga. La Valle d’Aosta era uno dei quattro centri del Nord Italia verso cui era indirizzata la droga.
Il siciliano teneva i rapporti con i cartelli colombiani, pagava i carichi con il denaro che gli arrivava dall’Italia con il servizio MoneyTransfer, e curava infine il trasporto della droga, materialmente affidata a dei corrieri. La cocaina in Italia veniva consegnata a G.B. (alias Pippo), "noto trafficante messinese attualmente operante a Milano", come sottolinea la guardia di finanza, che “grazie ad una fitta rete di contatti provvedeva allo smistamento della cocaina verso i tre gruppi criminali dislocati – oltre che nel Nord Italia – nell’area centrale, tra Roma e Lido di Ostia”. In quelle zone e in Sicilia G.B. è ancora oggi conosciuto per “i suoi stretti rapporti con il boss Carmine Fasciani e un nipote di Benedetto Santapaola".
Nel corso dell’inchiesta le autorità colombiane hanno arrestato all’aeroporto di Bogotà due corrieri dell’organizzazione che stavano per rientrare in Italia con 6 kg di cloridrato di cocaina. La droga sequestrata, una volta arrivata a destinazione e tagliata dal gruppo criminale indagato, avrebbe potuto fruttare oltre mezzo milione di euro.
Durante le indagini è emerso inoltre che G.B. utilizzava parte dei proventi dell’attività per concedere prestiti senza alcuna autorizzazione. Durante l’esecuzione delle ordinanze le fiamme gialle stanno provvedendo al sequestro di beni riconducibili agli indagati per un valore di oltre 250 mila euro.