‘Nessun pre-dissesto, la Finanziaria regionale non lo prevede’

Il pre-dissesto paventato per il Comune di Aosta non sarebbe neanche potuto essere preso in considerazione. Marzi: "In Valle d'Aosta non si potrebbe applicare neanche avessimo voluto".
L'assessore comunale alle Finanze Carlo Marzi
Politica

Il pre-dissesto paventato per il Comune di Aosta non sarebbe neanche potuto essere preso in considerazione.
A spiazzare la minoranza tutta, che chiedeva alla Giunta con un ordine del giorno aggiuntivo di non dichiarare il pre-dissesto finanziario, ad istituire un controllo stringente e progressivo sul bilancio, di indicare le spese da tagliare al momento non ancora sforbiciate, di non scaricare i costi sui cittadini con nuove tasse (che una situazione di pre-dissesto ammetterebbe, aggirando la Legge di Stabilità nazionale 2016) salvaguardando i servizi ed i livelli occupazionali si è incaricato l’assessore alle Finanze Carlo Marzi.

Assessore che coglie la palla al balzo e ringhia al microfono: “Esiste anzitutto una tesi sviluppata dai giornali senza il coinvolgimento della Giunta, tant’è che il Sindaco ed il sottoscritto hanno risposto non in merito all’articolo ma per esplicitare l’assoluta mancanza di volontà di dichiarare il pre-dissesto. Ma ora, per smontare il vostro ordine del giorno, vi comunico che oltre alla normativa nazionale esiste anche una normativa regionale. Questa maggioranza sa che non può adottare un provvedimento del genere, in Valle d’Aosta non si potrebbe applicare neanche se l’avessimo voluto. Siamo in grado di capire, quando dichiariamo che non c’era nessun presupposto legislativo sin dall’origine, che non avremmo neanche potuto fare ciò che comunque non avemmo voluto fare?”.

La minoranza incassa il colpo, vacilla un po’, il Consiglio viene sospeso per una ventina di minuti per capire come procedere, anche se l’esito è scritto, e la minoranza ritira l’ordine del giorno.

Soddisfatto Marzi: “Questa vicenda ha visto coinvolti tre soggetti: la maggioranza, la minoranza e una tesi dei giornali. Ora, finalmente, possiamo tornare a a dialogare a due”. 

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