Sei mesi di arresto e 2600 euro di ammenda sono la condanna inflitta stamattina dal giudice monocratico del tribunale di Aosta, Davide Paladino, a Cosmin Doca, titolare di una ditta impegnata nella riparazione di autoveicoli e sita in un’ex stazione di servizio in via Chamolé, ad Aosta. L’uomo, un venticinquenne di origini romene, era accusato della gestione non autorizzata di rifiuti, in violazione del codice dell’ambiente.
Ad inizio 2015, in un controllo alla ditta, gli agenti del Corpo Forestale Valdostano intervenuti avevano chiesto conto a Doca dello smaltimento di circa cento litri di oli esausti, riconducibili alla sua attività. Lui aveva dichiarato (e poi sottoscritto) di averli affidati ad una persona di Torino, senza però indicarne l’identità, né fornire alcuna documentazione al riguardo, che non è stata nemmeno rinvenuta dai forestali durante l’ispezione nel distributore non più in servizio.
Praticamente un’ammissione di responsabilità, dalla quale è scaturito il processo per non aver tenuto un registro dello scarico dei rifiuti nocivi e per averli consegnati ad un soggetto non idoneo. Durante l’udienza, il pubblico ministero Cinzia Virota aveva chiesto la condanna a sei mesi di arresto e 2800 euro di multa. Cosmin Doca era difeso dall’avvocato Stefano Marchesini.
Ancora nel 2015, ma a novembre, l’ex stazione di servizio di via Chamolé era stata al centro di un’altra operazione del Corpo Forestale, sempre nell’ambito della lotta allo smaltimento illegittimo dei rifiuti, conclusasi con il sequestro di materiale abbandonato sia in loco, sia in altre località della Valle.
Doca, inoltre, nel gennaio 2015, era stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per la falsa testimonianza resa in qualità di testimone durante un processo per direttissima a carico del fratello Viorel (26 anni), imputato di resistenza a pubblico ufficiale.
