“Mantenere le ore di Tecnologia”: gli insegnanti si schierano contro la Riforma della scuola media

Sul tavolo un documento del comitato SOSécoleVdA, che chiede di non tagliare le ore di Tecnologia, di mantenere il docente aggiuntivo di Lettere ogni 6 classi e aprire al doppio canale di assunzione. Ed intanto si preannuncia una petizione online.
La conferenza stampa del comitato SOSécoleVdA
Società

Gli insegnanti delle scuole medie inferiori valdostani non ci stanno e tornano, questa volta in una conferenza stampa alla Cittadella dei Giovani, a fare sentire la loro voce di protesta. Protesta focalizzata contro la riforma Rini che, a loro dire, porterebbe ad una vera e propria destrutturazione del sistema scolastico regionale.

Sul tavolo un documento, redatto dal Comitato SOSécoleVdA e già presentato alla V Commissione consiliare in Regione, che chiede all’amministrazione di ripensare la Riforma, di fermarla, in base a tre punti. Anzitutto il mantenimento dei 150 minuti settimanali (quindi tre moduli, uno dei quali in compresenza con l’insegnante di Scienze e/o Matematica) attuali di Tecnologia, che col nuovo assetto scenderebbero a 100, portando a 6 il numero delle classi per ogni insegnante invece delle attuali 5. La Riforma, di converso, prevede due moduli con un rapporto di un insegnante ogni otto classi.
In secondo luogo il mantenimento del docente aggiuntivo di Lettere ogni 6 classi e dei posti aggiuntivi per l’inclusione degli alunni stranieri e l’introduzione (che sarebbe in realtà una ‘re-introduzione) del doppio canale di assunzione per stabilizzare i precari valdostani, numerosissimi, già abilitati.

“La delibera 93 gioca con la pelle dei nostri figli – spiega Eddy Cretaz, insegnante di Tecnologia – scritta da chi non conosce il mondo della scuola media. È stato fatto un taglio lineare senza nessuna valutazione didattica o pedagogica. L’autonomia scolastica e non tanto sbandierata c’era e funzionava bene, e i dati delle proveINVALSI lo dimostrano. Qui si fa un salto indietro di anni, senza contare le pesanti ricadute occupazionali che ne deriverebbero”.

Appello a fermare la Riforma che prende contorni anche assai più abrasivi: “L’anno scorso abbiamo occupato la Scuola dell’infanzia – ha attaccato invece Ugo Venturella – perché quando le persone non sono ascoltate la protesta, da educata e collaborativa, passa attraverso altri mezzi. Prossimamente lanceremo una petizione online, dopodiché inizieremo una serie di incontri con i genitori delle classi 5 elementari per coinvolgerli e per spiegare loro a cosa andranno incontro i loro figli, i secondi a venire colpiti da questa Riforma tra due anni”. 

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