Si chiama ‘Espace’, ma di spazio ce n’era effettivamente poco.
Michele Rech, in arte Zerocalcare, arriva all’Espace Populaire di Via Mochet e Aosta si mobilita.
Target medio trentenne, quello dello stesso ‘Calcare’, classe 1983, che risponde con entusiasmo alla chiamata, rapito dagli stessi riferimenti generazionali che incastona – pietre preziosissime che alleggeriscono, a volte, un racconto molto intenso – nei suoi fumetti.
Zerocalcare, rebibbiano doc, arriva ad Aosta ma con l’attenzione rivolta al Medio Oriente, al fronte turco-siriano, alla Kobanê kurda che ha resistito strenuamente all’avanzata di Isis, il sedicente autoproclamato ‘Stato Islamico’ che ha preso possesso della Siria post-Assad. E da qui parte il racconto del ragazzo di Rebibbia, il suo “non-reportage”, come lui stesso lo definisce, quel ‘Kobane Calling’ di Clashiana memoria uscito nel gennaio 2015 in anteprima sul settimanale “Internazionale“. Il suo approccio – da umile disegnatore – al cospetto del grande e terribile mondo che ci circonda, dalla Kobanê difesa da donne e uomini kurdi, dalle ‘ombre’ dell’Isis dietro l’angolo, pronte a colpire.
Il racconto è conviviale, è fluido, talmente tanto che non sembra neanche un evento così importante, per certi versi. Zerocalcare disegna, scrive e osserva, ma a parole diventa molto timido, molto raggomitolato in se stesso: “Vivo un grande responsabilità – ha raccontato, incalzato dal giornalista de La Stampa Davide Jaccod – perché so che un sacco di gente che mi legge, ma non devo insegnare niente a nessuno. Ho fatto questo due viaggi in Kurdistan, un’esperienza veramente molto intensa, e ho avuto la fortuna di raccontarla”.
Poche parole, per Zerocalcare, perché a parlare sono le sue immagini, le sue pagine, il suo racconto nel freddo di Kobanê. Sono l’incertezza di ciò che si vive, quotidianamente, in quelle zone, ormaI fuori anche dai radar delle cronache. O, per dirla al meglio con Zerocalcare, che grandemente sintetizza la follia e l’insicurezza di quelle zone: “Quando senti ‘ratatata’ è Isis, quando senti ‘tum tum tum’ siamo noi” – gli racconta nella sua graphic novel il suo interlocutore a Kobanê. “E ‘sboom’?” chiede Calcare. “’Sboom’ dipende. Fuoco e poi sboom è americani. ‘Sboom’ e basta è Isis”.