Giovane, ma non inesperto, nel delinquere, visti i diversi precedenti a suo carico. A tradirlo, però, quel 20 maggio 2015, è stata la sfortuna. In una via di Aosta, non ci ha pensato due volte a far saltare il lucchetto di una “mountain bike”, allontanandosi poi in sella ad essa, nella convinzione di aver agito indisturbato.
Il tentativo, però, è stato notato da una negoziante non lontana, che ha udito il trambusto della sicura che cadeva a terra, dando immediatamente l’allarme alle forze dell’ordine. Le sfortune del ladro, però, a conferma del fatto che le leggi di Murphy non siano mitologia allo stato puro, non sono finite lì: la bicicletta si è infatti rivelata essere proprietà di un ufficiale dei Carabinieri.
I fatti sono emersi stamane, durante il processo al Tribunale di Aosta a carico di Mohamed Mathlouti, 23enne tunisino senza fissa dimora, assente in aula, dov’è stato difeso dall’avvocato Valeria Casali. Da quanto è emerso nel dibattimento, dopo l’intervento sul luogo del furto, la Polizia lo ha individuato, ricevendo da lui le indicazioni utili a ritrovare la “mountain bike”, poco distante da dov’era stata sottratta.
Per il tunisino, il pubblico ministero Pasquale Longarini aveva chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione e 600 euro di multa. Il giudice monocratico Marco Tornatore, dopo una breve camera di consiglio, ha sentenziato per una pena di 4 mesi e 200 euro. La sentenza dispone inoltre la restituzione del mezzo alla parte lesa: la bici era infatti ancora sequestrata e il suo proprietario potrà ora riaverla.