Arriva la prima condanna da parte della Corte dei Conti sulla vicenda dell’utilizzo dei fondi dei gruppi consiliari fra il 2009 e il 2012. Francesco Salzone, ex capogruppo di Stella Alpina è stato condannato a pagare al Consiglio regionale un danno patrimoniale di 209mila euro e un danno di immagine di 70mila euro. Il procuratore Roberto Rizzi aveva contestato a Salzone un danno erariale di oltre 417mila euro.
Ricorda, nella sentenza, il collegio dei magistrati presieduto da Ermete Bogetti come "la L.R. 17 marzo 1986, n. 6 prevedeva una rendicontazione, entro il mese di febbraio di ciascun anno, da parte dei Capigruppo, da presentare all’Ufficio di Presidenza sotto forma di nota riepilogativa circa l’utilizzazione dei fondi erogati nell’anno precedente, articolata per categorie e per voci secondo uno schema predisposto dall’Ufficio di Presidenza stesso. La scelta del Legislatore regionale di istituire un riscontro soltanto formale in merito all’inerenza della spesa effettuata, ha di fatto affidato interamente la correttezza della spesa ai comportamenti virtuosi dei consiglieri".
I contributi dei gruppi consiliari erogati, per i giudici contabili, sono quindi "palesemente finalizzati alle necessità di funzionamento dei Gruppi stessi, e infatti la legge regionale prevede che le spese siano rendicontate nei modi, pur limitati, già ricordati. Non v’è dubbio che, in assenza di idonea documentazione probatoria dell’afferenza delle spese ai compiti istituzionali del Gruppo, sussista l’illegittimità del rimborso delle spese stesse, e da ciò derivi un danno erariale di pari ammontare”.
I giudici hanno ritenuto, pertanto, “legittime, fra quelle contestate dalla Procura, le sole spese relative all’acquisto di libri e riviste, finalità compatibile con l’attività di un Gruppo consiliare, che ammontano ad 11.820,70 euro”.
Sul danno di immagine il collegio sottolinea come questo è da attribuire "al comportamento di tutti i consiglieri appartenenti al gruppo, beneficiari delle erogazioni di cui si tratta; pertanto, si attribuisce al Capogruppo soltanto la parte del danno che, in via equitativa, questa Sezione giurisdizionale ritiene di porre a carico del medesimo, valutata in 70.000 euro comprensivi di rivalutazione, tenuto conto dell’elevatissimo ruolo rivestito dal Salzone, e del particolare discredito che ha colpito l’Istituzione di appartenenza a causa della sua condotta”. I giudici ricordano, infatti, come a differenza degli altri consiglieri assolti in primo grado, Salzone abbia patteggiato un anno di reclusione, risarcendo 98mila euro.
I giudici sottolineano, inoltre, come sussista “l’elemento soggettivo nella colpa grave, per la negligenza mostrata nel non provvedere a fornire idonea documentazione giustificativa; si ritiene altresì sussistente il dolo per quanto riguarda le spese non ammissibili, in quanto non relative all’attività del Gruppo consiliare (fra le quali vanno ricomprese quelle per cui vi è stata condanna in sede penale per il reato di peculato, relativamente alle quali il danno patrimoniale è già stato risarcito)”.
La Corte dei conti ha contestato ai capigruppo della scorsa legislatura quasi 2 milioni di euro di danni. Oltre a Salzone sono già state discusse le posizioni di Massimo Lattanzi del Pdl, Leonardo La Torre, Claudio Lavoyer per Fédération autonomiste e di Carmela Fontana per il Pd. A gennaio riprenderanno le udienze degli altri capigruppo. Nel frattempo è attesa da Torino il prossimo 20 dicembre la sentenza della Corte di Appello sulle 24 assoluzioni pronunciate dal Tribunale di Aosta.