Crer, parla Caminiti: “Mi sono dimesso perché è mancata trasparenza”

Dopo le dimissioni da Presidente del circolo, la richiesta di chiarimenti sui conti del Crer e l'audizione in Commissione, Vincenzo Caminiti spiega la sue ragioni, cercando di fare un po' di chiarezza su una situazione diventata ingestibile.
Vincenzo Caminiti
Politica

In uno dei momenti più delicati per la politica e l'amministrazione regionale – mentre cioè è in ballo il futuro del Casinò, alla prima vera e propria presa d'atto di un fallimento gestionale conclamato e con l'esecutivo in Consiglio Valle che vacilla, viste le spaccature interne alla stessa maggioranza – scoppia un altro 'bubbone'.

Il caso in questione riguarda il Crer – il Circolo Ricreativo Ente Regione ed Enti Locali – dal quale Vincenzo Caminiti, consigliere comunale del Capoluogo in quota Union Valdôtaine, il 12 gennaio scorso ha lasciato la Presidenza dimettendosi 'con decorrenza immediata' a causa della 'pregressa e pesante situazione debitoria' che si protrae ormai da anni. Situazione secondo Caminiti difficilmente sanabile che fa scrivere al consigliere unionista – direttamente alla Regione – che ci sarebbe necessità di un 'indispensabile riordino della situazione contabile, anche tramite l'intervento di un esperto'. Contributi regionali al circolo passati dai 57mila euro del 2005 ai 18mila dello scorso anno, ai quali vanno aggiunte elargizioni varie da parte dell’Usl e del Celva.

Dopo la richiesta di una verifica già ad ottobre, inascoltata dalle parti di Place Deffeyes, il caso scoppia in II Commissione consiliare lunedì 20 febbraio, quando Leonardo La Torre, dopo l'audizione di Caminiti, parla di una “Gestione allegra dei fondi pubblici” di “disastro Crer”, affondando su una “gestione superficiale con bilanci non approvati o dopo, a consuntivo, e contributi pubblici che dovevano essere giustificati in maniera preventiva e che continuavano ad essere erogati”, nonché di “attrezzature comprate senza autorizzazioni”.

Commissione dalla quale è uscita anche una notizia aggiuntiva, e non di poco peso: i bilanci del Crer e le relazioni dei Revisori dei conti saranno presto trasmessi sia alla Procura della Repubblica che alla Corte dei Conti.

Peccato originale: 120mila euro di debito per un'apertura di credito da 300mila euro per l'acquisto sede del circolo in via Guido Rey non coperto dagli incassi dell'attività quotidiana né dai finanziamenti pubblici, al quale si aggiungono anche gli interessi bancari accumulati.

Dopo le dimissioni, la richiesta di chiarimenti sui conti del Crer e l'audizione in Commissione, Vincenzo Caminiti spiega la sue ragioni, cercando di fare un po' di chiarezza su una situazione diventata ingestibile.

Caminiti, Lei ha lasciato la Presidenza del Crer dopo soli 8 mesi alla guida. Era a conoscenza della situazione debitoria del circolo? A quanto ammontava il debito al momento della sua nomina rispetto al momento delle sue dimissioni?
“Non ero a conoscenza della situazione contabile del Crer, non essendo mai stato prima nel direttivo. La questione debitoria è andata diminuendo, sotto la mia Presidenza abbiamo dato dei soldi, già in accordo col Segretario contabile, alla banca per diminuire il debito e qualcosa è stato recuperato”.

All'origine del debito ci sarebbe il prestito da 300mila euro per l'acquisto della sede di via Guido Rey. L'immobile è di proprietà del Crer o della Regione?
“L'immobile è della Regione, il Crer ha solo fatto la ristrutturazione andando a spendere oggi, tra gli interventi e gli interessi su quell'apertura di credito, oltre 360mila euro in crescita. Questo è uno dei punti difficili da capire: perché con una somma del genere non si è comprata la proprietà dove il Crer avrebbe avuto la possibilità di non pagare più l'affitto, essere proprietario e mettere a garanzia della banca una proprietà sua. In questo momento c'è la proprietà della Regione, il vincolo che la Regione volesse potrebbe riprendersi lo stabile ed il Crer si troverebbe di nuovo a cercare una sede, pagare un debito ed un affitto”.

Il Crer è un soggetto privato o un organismo regionale/para-regionale? Come mai, nel caso, al suo interno lavorano alcuni dipendenti regionali?
Ci sono nel Crer dei dipendenti regionali distaccati, anche perché il circolo è nato dai dipendenti e per i dipendenti ospitando le loro iniziative culturali, sportive. Il fatto che ci siano da sempre persone distaccate dalla regione, oggi due ma una volta tre, lascia poco spazio per pensare che la Regione non sia proprio parte del circolo.

C'è addirittura una legge regionale che parla dei contributi per i quali serve il bilancio, quindi che credo la Regione a tutti gli effetti sia parte in causa. Le verifiche che ho chieste andavano in questa direzione: che visione avesse proprio un compito di incidenza”.

Come e quando venivano approvati i bilanci del circolo ricreativo?
“Ho chiesto che in II Commissione regionale ci fossero anche i Revisori dei conti ed il Segretario contabile, che conosce ogni elemento del Crer essendo lì da trent'anni, per avere delle conferme. Il Segretario ha confermato che i bilanci non venivano più approvati dall'assemblea dei soci e che quello del 2013/14 sono stati approvati nel 2016 assieme a quello del 2015.

I componenti della Commissione sono rimasti basiti dal fatto che venivano erogati contributi senza avere un bilancio dietro. L'unica cosa che mi sono premurato di fare è questa_ quando i Revisori mi hanno detto che c'erano delle anomalie ho guardato coi miei occhi e chiesto una verifica della Regione attraverso un suo esperto contabile”.

La sua relazione all'amministrazione regionale non ha mai ottenuto risposta, aveva chiesto lumi anche ai Revisori dei conti? Se sì, che risposte le sono state date?
“Prima di essere depositata e protocollata in Regione la mia relazione è stata discussa all'interno del direttivo del circolo. Prendendo spunto dalle 'anomalie' relazionate dal Revisore ho aggiunto, a margine, che il mio mandato poteva continuare solo se ci fosse stata la questione debitoria ed un conto trasparenti e la modifica dello Statuto, con una verifica fatta dagli ispettori della Regione.

Non ho avuto risposte per due mesi e mezzo, ho aspettato fino a fine anno, ed il 12 di gennaio mi sono dimesso, non per questioni personali ma motivando la mia decisione. Tre giorni dopo arriva dall'Assessorato regionale alle Finanze una risposta alle mie richieste ma ormai la decisione era presa.

C'erano relazioni che dipingevano in maniera molto negativa la gestione del circolo ed io non ho potuto far finta di non vederle. Non capisco perché si sia aspettato che arrivassi io a chiedere questi documenti, è una domanda che mi continuo a fare, perché sono sempre stato per la chiarezza. Ora si dice che questi documenti andranno in Procura e alla Corte dei Conti, ma se così non sarà li porterò io”.

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