Ultima udienza questa mattina davanti alla sezione giurisdizione della Corte dei conti sui fondi dei gruppi consiliari. Il cerchio si è chiuso con il gruppo Alpe a cui la procura regionale contesta un danno erariale di 121mila euro di cui 56mila euro a Roberto Louvin e 65mila a Patrizia Morelli, capigruppo del Galletto nella passata legislatura.
Nell’udienza di questa mattina l’avvocato Claudio Maione ha sottolineato come “il gruppo Alpe conservava tutti i giustificativi, tutte le spese sono documentate in modo trasparente. C’è una perfetta coincidenza e quadratura contabile”. In relazione all’inerenza della spesa il difensore ha evidenziato come: “Il gruppo non è soltanto organo del Consiglio regionale ma ha anche una natura privatistica, è una proiezione in assemblea regionale del partito”. Il gruppo Alpe, quindi, ha evidenziato ancora Maione: “Non ha violato le norme di contabilità pubblica, dando conto all’euro di tutto”. Durante la discussione più volte è stata richiamata la sentenza pronunciata il 14 febbraio scorso dalla prima sezione della Corte d’Appello di Torino che ha condannato Louvin e Morelli a quattro mesi di reclusione e 14 mila euro di multa (pena sospesa) per finanziamento illecito ai partiti.
“La procura è insensibile all’esito del giudizio penale” ha replicato il Procuratore Roberto Rizzi. “Non abbiamo cambiato giudizio solo perché c’è stato un rovesciamento dell’esito penale”. Rizzi ha inoltre ribadito che la “ricostruzione della Procura non è così rigorosa come si cerca di far apparire, nessuno ha mai sostenuto che il gruppo possa fare attività solo dentro le mura del Consiglio regionale. Il collegio deve valutare la qualificata inerenza della spesa rispetto all’attività istituzionale”.