Dimissioni assessori, 60 giorni di tempo per sbrogliare la matassa

Tre le opzioni sul tappeto: l’arrivo di una mozione di sfiducia costruttiva, un nuovo accordo fra i movimenti politici per dare vita ad un nuovo governo o le elezioni anticipate.
Nuova giunta regionale
Politica

Cosa succede dopo le dimissioni dei sette assessori? A rispondere alla domanda ci hanno provato i capigruppo intervenendo in aula nella discussione. In sintesi sono tre le soluzioni possibili: l’arrivo di una mozione di sfiducia costruttiva con l’indicazione di un nuovo Presidente della Regione e esecutivo, un nuovo accordo fra i movimenti politici per dare vita ad un nuovo governo, sempre guidato dal Presidente della Regione Rollandin o in caso né la prima e la seconda ipotesi vadano a buon fine entro 60 giorni, lo scioglimento del Consiglio e il rinvio alle urne. 

Nel frattempo il Consiglio regionale non sarà convocato così come le commissioni mentre la Giunta, scesa sotto il quorum strutturale, continuerà a lavorare in regime di prorogatio per assicurare l’ordinaria amministrazione. 

“Mai come in questo momento bisogna essere pragmatici e due sono le opzioni. La prima è quella di andare subito a elezioni modificando le regole del gioco perché ci va un premio di maggioranza e si deve eliminare il controllo del voto. La seconda opzione, se c'è un barlume di speranza, è di procedere con la mozione di sfiducia costruttiva per andare incontro alla società valdostana in difficoltà” dice Albert Chatrian di Alpe. Mozione di sfiducia costruttiva che viene invocata anche da Roberto Cognetta: “Questa è tutta una presa in giro: basti pensare che gli Assessori dimissionari continueranno a percepire lo stesso compenso” sbotta il grillino.

Dai banchi della maggioranza il capogruppo Pd-SVdA, Jean-Pierre Guichardaz annuncia: “Lavoreremo non per rompere ma per ricomporre la maggioranza. Considero queste dimissioni un atto di responsabilità, non si poteva aspettare che gli Assessori fossero abbattuti uno ad uno”.

Ribadisce infine la necessità di una verifica il capogruppo di Stella Alpina, Pierluigi Marquis: “Dobbiamo ritrovare una comune veduta al fine di assumere le responsabilità che abbiamo nei confronti della comunità. Altrimenti, occorrerà ridare la parola agli elettori”. 

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