Parola agli onori di cronaca nazionale – relativa però al Pd – il termine ‘scissione’ potrebbe ora riecheggiare anche tra le Valli valdostane. Al centro della politica regionale, in un momento in cui regna la confusione più assoluta, ci sono le diverse correnti interne di Stella Alpina, ago della bilancia del futuro del Consiglio Valle.
Questa sera, dal coordinamento dell’Edelweiss, potrebbe arrivare una risposta definitiva, con in ballo la scelta di abbandonare la via vecchia – l’alleanza storica con l’Union Valdôtaine – per la nuova: appoggiare la mozione di sfiducia costruttiva che potrebbe portare ad un nuovo governo con Stella Alpina stessa, Uvp, Pour Notre Vallée, Alpe e Gruppo Misto. Operazione tortuosa, vista anche l’interpretazione della Prefettura di retroattività della sospensione per i consiglieri Leonardo La Torre e Marco Viérin, indispensabili per i 18 voti necessari a dar vita alla maggioranza.
Con l’Union all’angolo una parte di Stella vacilla, forse stanca di una fedeltà non ripagata appieno e che ha visto gli stelluti Marquis e Viérin messi da parte nello sgomitare degli allargamenti di maggioranza. Poltrona sulla quale invece è rimasto ben saldo Mauro Baccega che, con André Lanièce, vuole restare assieme all’Uv e rifugge ogni velleità ‘ribaltonista’ che anima invece i tre compagni di partito.
Sulla graticola stasera potrebbe finire anche il Segretario Carlo Marzi, voci di corridoio danno ora il suo ruolo, anche in Comune ad Aosta, a forte rischio. L’Assessore comunale al Bilancio questa sera potrebbe chiedere la fiducia al partito sulla sua persona, soprattutto per testare chi di sciogliere l’alleanza col Mouvement proprio non vuole sentire parlare. L’alternativa al ribaltone è una e una soltanto: ricompattare la (ex) maggioranza per un Rollandin quater con Union e Pd (anche loro anti-ribaltone), magari con un rimpasto di giunta che potrebbe restituire a Stella Alpina qualche assessorato tolto loro.
E in area dem è Jean-Pierre Guichardaz a puntare il dito contro i ‘cospiratori’ dal suo profilo Facebook: “Circolano indiscrezioni su un governo sostenuto da Cognetta, da alcuni ex ‘responsabili’ e da porzioni di Stella Alpina. Mi permetto però di rilevare che comunque la si metta, alla fine della fiera i problemi della Valle d’Aosta e dei valdostani restano in terzo piano rispetto ai problemoni degli organigrammi”.
Chi vorrebbe il ribaltone, però, sa anche che si troverebbe nel ginepraio di prendere in mano il dossier sul Casinò di Saint-Vincent – lunedì i sindacati tornano a incontrare l’azienda – con 14 mesi da governare prima di tornare alle urne nel 2018, cerino col quale ci si può scottare parecchio, senza contare che su La Torre, Donzel, Fontana e Marco Viérin incombe la ‘Spada di Damocle’ della sospensione dovuta all’applicazione della legge Severino dopo le condanne al processo torinese sui costi della politica. Fattore che potrebbe cambiare numeri ed attori di una vicenda già complessa. L’alternativa sono le elezioni anticipate, anche se di avventurarsi in promesse da campagna elettorale, coi tempi che corrono, pare non se la senta nessuno.