“Quel progettista andava scelto diversamente”: l’accusa della Corte dei Conti sulle scuole di Verrès

Stamattina, l'udienza in piazza Roncas. L’ipotesi di danno erariale contestata a sei ex amministratori del Comune in carica tra il 2005 e il 2010, oltre all’allora segretario comunale e al funzionario dell’ufficio tecnico municipale ammonta a 14.609 Euro.
L'udienza alla Corte dei Conti.
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14.609 Euro. A tanto ammonta l’ipotesi di danno erariale che la Procura della Corte dei Conti contesta a sei ex amministratori di Verrès della legislatura 2005-2010, oltre all’allora segretario comunale e al funzionario dell’ufficio tecnico municipale. La cifra, che corrisponde a 1.826 euro per ognuna delle persone chiamate a giudizio (Piero Prola e Piera Squinobal, in qualità di sindaci, i loro assessori Egle Braido, Susy Vallino, Alessandro Rossi e Silvio Perruchon, oltre al già segretario Giorgio Barone e al tecnico Fabrizio Neyvoz), è emersa durante l’udienza tenutasi nella mattinata di oggi, mercoledì 22 marzo, nell’aula di piazza Roncas.

La vicenda è quella dell’ampliamento delle scuole dell’infanzia del paese ed ha origine nel febbraio 2006, quando il Consiglio comunale approva l’opera, per la quale successivamente la Giunta comunale delibera ed affida l’incarico di progettazione, per un importo lavori di circa 180mila Euro. Lo stato finale dei lavori, tuttavia, raggiunge 873mila euro, con sei varianti. La Procura contesta quindi il mancato ricorso dell’amministrazione a procedure maggiormente concorrenziali per la scelta del professionista cui affidare il progetto, visto che il nuovo importo supera la soglia dell’affidamento operato basandosi sul precedente importo. L’entità della contestazione è stata calcolata in via equitativa, considerando una percentuale sul vantaggio economico per il Comune.

La modificazione del progetto si è prodotta, a quanto si è appreso durante il dibattimento, a seguito della scelta del Comune, effettuata una volta prospettatasi l’opportunità, di presentare l’intervento al “Fondo per Speciali Programmi d’Investimento” della Regione, nell’intento di ottenerne il finanziamento. “La difesa – ha sostenuto in aula il procuratore, Roberto Rizzi – evidenzia la particolare urgenza che l’opera aveva ai fini dell’ammissione al programma, ma si tratta di non solerte amministrazione il non averci pensato per tempo”.

Il risultato ottenuto dal Comune, ha spiegato in un'appassionata arringa l’avvocato Roberto Longhin, che assiste tutti i convenuti, “è di quelli che non si vedono spesso in Italia. L’operazione cominciata con duecentomila euro per l’aggiunta di un’aula ha portato a Verrès una scuola modello, premiata con il finanziamento quasi integrale del Fospi, senza che dalle casse municipali siano usciti quasi nemmeno i soldi inizialmente previsti (sono stati pagati poco più di centomila euro). Qualora si ravvisasse una responsabilità, la quantificazione del danno dovrebbe orientarsi a principi di compensazione. Mi chiedo, inoltre, dove sia la colpa grave. Le persone che hanno gestito la vicenda hanno agito da buoni padri di famiglia. Non meritano questa macchia”.

Una constatazione alla quale il procuratore Rizzi ha ribattuto: “Amministrare dei soldi pubblici non richiede solo la buona volontà del padre di famiglia. Esistono anche le norme”. La sentenza verrà resa nota nelle prossime settimane. L’udienza di oggi era la prima con il collegio giudicante presieduto dal magistrato contabile Pio Silvestri, già vice procuratore generale della Corte dei conti del Lazio, in sostituzione del precedente presidente Ermete Bogetti, cessato dal servizio per raggiungimento dei limiti di età.

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