Non una bocciatura: “per una delibera così importante ci saremmo esposti a strumentalizzazioni”, afferma Pierre Bonel, sindaco di Arnad e relatore in assemblea, ma un rinvio del parere. “Prima bisognerà discutere all'interno dell'Osservatorio regionale dei rifiuti”, propone il presidente del Celva Franco Manes. I sindaci valdostani hanno quindi deciso all'unanimità di non esprimersi sulla proposta di deliberazione da parte della Giunta regionale riguardo alle “linee guida per la redazione dei piani di gestione dei rifiuti da adottare a livello di subato e per l'applicazione puntuale degli oneri di gestione dei rifiuti urbani differenziati”.
“Innanzitutto si tratta di un documento molto tecnico che richiede più tempo per essere approfondito sia da noi sindaci che dai tecnici delle diverse Unité”, spiega Manes. Uno degli aspetti che preoccupano di più sono le parti della delibera regionale che “delineano delle linee strategiche per il futuro – continua Manes – queste potrebbero mettere in difficoltà le Unité che hanno già fatto degli investimenti in altre direzioni».
Per fare un esempio, in un punto della proposta di delibera regionale si elencano le indicazioni generali sul sistema di conferimento dei rifiuti e si parla di estendere il più possibile il porta a porta. Bisogna concedere che il documento, pur restando vago, prevede possibili eccezioni, ma i sindaci hanno comunque espresso preoccupazioni: “Ogni Unité dovrà ottenere un parere favorevole dalla Regione – afferma Manes – la quale verificherà se le soluzioni adottate sono coerenti con queste linee”.
Tra i sindaci, pur in presenza di aumenti in tutti territori della Valle della quantità di differenziata raccolta, serpeggia una certa insoddisfazione riguardo a come si è evoluto il tema dei rifiuti negli ultimi dieci anni. “All'inizio ci siamo trovati a dire ai cittadini che più differenziavano, meno avrebbero pagato – racconta il sindaco di Ollomont e presidente della Grand Combin Joël Creton – ma anche arrivati al 78 per cento di raccolta differenziata ogni anno aumenta la bolletta”. Questo si spiega con la scelta del fu governo Monti di imporre la copertura al 100 per cento del servizio di raccolta ai cittadini.
Altri elementi di insoddisfazione vengono dalla raccolta del multimateriale: “Bisogna inviarlo fuori Valle – spiega il sindaco di Quart e presidente della Mont Emilius Jean Barocco – e il costo che serve a scomporlo è più del guadagno che torna indietro per i materiali riciclati”. O dalla tariffa unica: “Ci saranno ricadute importanti – aggiunge Manes – perché prevede un 10 per cento di Iva a carico dei cittadini”.
Anche la scelta di come dividere i costi tra utente domestico e non domestico solleva interrogativi: “In vallate che hanno un gran flusso di turisti sta anche bene che un albergo paghi di più – spiega Creton – ma in un ambito poco turistico si tratterebbe di dare una mazzata a chi è già in difficoltà”. Infine, un ultimo grande interrogativo riguarda la possibilità di aprire o meno il quarto lotto nella discarica regionale.
Lorenzo Graziola, sindaco di Morgex, ha chiesto però un maggiore coordinamento da parte dei sindaci: “Sono d'accordo con l'impostazione di chiedere una discussione alla Regione, ma dobbiamo avere già le idee chiare tra noi – ha detto – non raggiungere gli obiettivi minimi europei causa grandi sanzioni e forse è bene che proponiamo noi in fretta delle soluzioni”.
Riguardo alla possibilità di dialogo potrebbero comunque far ben sperare le parole dell'assessore regionale all'Ambiente Fabrizio Roscio, che presentando la settimana scorsa l'introduzione della tariffa puntuale per l'Unité Walser aveva ribadito che “ogni Unité può adottare metodi diversi di raccolta, più conformi al proprio territorio: l'importante è che possano essere confrontabili sui costi ai cittadini”.