Il referendum sulla scuola polmone di Tzamberlet non si farà. La Commissione tecnica ha ritenuto inammissibile il quesito proposto dal Comitato promotore perché come si legge nelle motivazioni: "Il quesito risulta privo dei requisiti di chiarezza e univocità, in quanto il suo tenore letterale non è coerente con le effettive finalità dell'iniziativa promossa".
"L'oggetto del proposto referendum – si legge ancora – coinvolge quindi una materia non di esclusiva competenza comunale" dal momento che "la realizzazione di questo plesso scolastico di pertinenza e di competenza regionale è stato oggetto di un Accordo di programma". In conclusione: "Trattandosi di questione già deliberata e formalizzata in accordo vincolante e inderogabile tra Comune e Regione – spiega ancora il documento – non residua più alcuna competenza in capo al Consiglio comunale di Aosta".
La Commissione Tecnica per il controllo dei “procedimenti referendari e di iniziativa popolare” era formata dagli avvocati Riccardo Ludogoroff, Maria Olympia Pene Vidari e Antonio Verrando.
I primi commenti
“Come abbiamo sempre sostenuto – spiega a caldo il sindaco di Aosta Fulvio Centoz – questo era un referendum un po' 'border line'. È giunto però il momento che la politica prenda delle decisioni, anche se sembra che nessuno voglia farlo, e che il nuovo governo regionale decida cosa vuole fare di questo progetto”.
Dal Comitato promotore Luca Lotto del M5S dice: "Noi non ci arrendiamo. La battaglia per noi è appena iniziata e ora stiamo valutando come muoverci". E Loris Sartore di Alpe aggiunge: "A questo punto potrebbero prospettarsi due strade, da valutare: o tentiamo la via di un referendum a livello regionale oppure il Governo regionale decide di tornare indietro sulla decisione di costruire questa scuola”. Definisce "sorprendente" il parere Étienne Andrione del gruppo misto di minoranza. "Si riferisce all'Accordo di programma tra Comune e Regione, ma se le due parti sono in sintonia l'accordo si può ridiscutere”. Sulle prossime mosse del Comitato, invece, Andrione spiega che: “C'è la possibilità di riformulare il quesito referendario tenendo conto delle 'suggestioni' – dice ironicamente – della Commissione. Oppure sarebbe auspicabile un'azione autonoma della nuova maggioranza di governo in Regione”