E’ arrivata, poco prima delle 16, al rifugio “Duca degli Abruzzi” all’Oriondè (2.802 mt), l’alpinista polacca recuperata sul Cervino da una squadra che l’ha raggiunta a piedi, composta da guide del Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di Finanza, nonché da un medico. La donna era ferma nell’area del Colle del Leone, a 3.600 metri di quota, con una gamba fratturata. Attualmente, sulla zona batte la pioggia, ma è ora al sicuro ed appena possibile il suo trasferimento verso l’ospedale verrà completato.
Assieme al suo compagno, aveva trascorso la notte alla Capanna Carrel. Stamattina, malgrado il maltempo, la decisione di uscire comunque, per tornare a valle. I due hanno iniziato la discesa. Ad un certo punto sono caduti, fermandosi fortunatamente poco prima di un salto di roccia da trecento metri.
Lei, a causa del problema all’arto, non è più riuscita a muoversi. Lui, cellulare scarico, ha continuato a scendere, fino ad arrivare alla Croce Carrel a 2.900 metri, dove ha dato l’allarme, senza però riuscire ad indicare esattamente la zona della caduta. In elicottero, però, oggi nuvole e precipitazioni impedivano anche solo di pensare a volare. Così, una squadra di terra è stata organizzata. I soccorritori, partiti a piedi dal rifugio ove ora sono tornati, hanno portato in quota, oltre all’attrezzatura alpinistica, il materiale sanitario per immobilizzare la lesione ed assicurare il rientro in sicurezza.
La sventura di questa coppia finisce quindi, fortunatamente, senza conseguenze più pesanti, ma la vicenda pare presentare contorni più ampi, destinati a rinfocolare la discussione sulla sicurezza. Sempre sul Cervino, infatti, l’altro ieri sera, martedì 29 agosto, un’altra coppia polacca era stata soccorsa all’imbrunire dall’elicottero “Sierra Alfa 1” della Protezione civile. Avevano incontrato difficoltà ai 4.200 metri del Pic Tyndall, mentre scendevano. Lei presentava un problema al ginocchio ed era stata quindi portata al nosocomio aostano. Lui, invece, illeso, era stato scaricato dal velivolo a Cervinia.
Il mattino dopo, tuttavia, quegli alpinisti avevano chiesto notizie di due amici che avevano continuato la discesa mentre loro si erano fermati ad aspettare l’elisoccorso, dei quali non avevano più notizie. Considerato che i due recuperati di oggi hanno riferito di non aver incontrato alcun altro alpinista nella capanna Carrel (raggiunta dopo una precedente notte trascorsa in parete), e che la nazionalità è la stessa, si tratta facilmente dello stesso gruppo, protagonista di due missioni di soccorso in tre giorni.
Il video del salvataggio