Passa attraverso il risarcimento delle vittime, già avviato, la strategia difensiva di Carmine Sozio, il 29enne torinese arrestato all’inizio dello scorso dicembre dalla Squadra Mobile della Questura di Aosta, perché ritenuto responsabile di undici furti commessi in Valle. Gli episodi contestatigli si erano verificati dalla primavera del 2017, prevalentemente in autovetture, ed uno in abitazione, per un bottino che gli inquirenti avevano valutato in “decine di migliaia di euro”.
All’udienza di oggi, giovedì 15 febbraio, del processo scaturito dall’ “Operazione Camposanto” della Polizia, i legali dell’uomo – gli avvocati Ferdinando Ferrero di Ivrea e Marco Romanello di Biella – hanno annunciato di aver già rifondato due delle persone offese. Il giudice per l’udienza preliminare Paolo De Paola ha revocato la custodia cautelare in carcere dell’imputato, concedendogli gli arresti domiciliari. Il procedimento è stato quindi aggiornato al prossimo 10 aprile, per consentire di risarcire le altre parti (l'eventuale responsabilità dell'imputato non viene meno, ma tale condotta può costituire attenuante in sede di sentenza). L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Luca Ceccanti.
Sozio era finito in manette, dopo le indagini della Polizia e su ordinanza del Gip, in un campo nomadi della cintura di Torino, dove viveva (di origini pugliesi, ha sposato una donna di etnia sinti, stabilendosi con quella comunità). Dalle indagini era emerso come si appostasse nei pressi di cimiteri o chiese, a bordo di un’auto usata per spostarsi dal capoluogo piemontese, attendendo persone dirette in quei luoghi. Non appena i malcapitati, prevalentemente donne anziane o sole, scendevano dalle loro vetture, dagli automezzi parcheggiati “prendevano il volo” borsette o zainetti.
Gli inquirenti erano arrivati a Sozio dopo un furto in una casa isolata della “plaine”, in cui a sparire erano state quattro borsette, contenenti bancomat e carte di credito. Tracciandone i movimenti, gli agenti diretti dal commissario capo Eleonora Cognigni avevano ricostruito l’acquisto di una piscina gonfiabile in un supermercato della Valle, poi rinvenuta durante una perquisizione scattata nel campo nomadi del torinese. Sozio era stato identificato anche grazie alle immagini della videosorveglianza degli sportelli automatici usati per i prelievi.