"La storia è il prezzo che abbiamo pagato per ignorare i disonori dell'uomo?" Sono parole di Omar Dialley, Arnaud Perruquet, Jiang Yu, Joël Brunet della 5a IPIA Don Bosco di Châtillon.
I ragazzi assieme ad altri 36 alunni delle scuole superiori valdostane, in occasione del Giorno del Ricordo, hanno effettuato un viaggio di studio a Trieste e Gorizia dall'8 al 10 febbraio 2018.
Accompagnati dai rispettivi insegnanti, le ragazze e i ragazzi hanno rappresentato il Liceo scientifico e linguistico Bérard di Aosta, l'Istituzione scolastica di istruzione liceale, tecnica e professionale di Verrès, l'Istituto tecnico e professionale Corrado Gex di Aosta e l'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato Don Bosco di Châtillon.
L'iniziativa, promossa dal Consiglio Valle, dalla Presidenza della Regione e dall'Assessorato regionale dell'istruzione e cultura, era volta a promuovere un percorso di sensibilizzazione e approfondimento sul tema dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, con la visita alla Foiba di Basovizza e al Campo profughi di Padriciano, oltre che sulla conoscenza degli eventi legati alle due guerre mondiali, con la visita alla Risiera di San Sabba, a Redipuglia, alle trincee e alla Dolina dei Bersaglieri. A Gorizia, gli studenti hanno scoperto il Museo della Grande Guerra, la stazione Transalpina e la Sinagoga.
"Durante questi giorni ciò che ci ha colpito maggiormente è stato pensare a quante persone siano morte, indipendentemente da età, sesso e provenienza. Inoltre, è incredibile pensare che anche i nostri parenti più vicini hanno vissuto e assistito alle tragedie delle due Guerre Mondiali – raccontano Valentina Morrone e Veronica Torchia della 5a ITPR Corrado Gex – Grazie a questa esperienza abbiamo osservato quello che generalmente si studia sui libri, in particolar modo approfondendo l’argomento delle foibe che è stato tenuto nascosto per molto tempo agli occhi della gente, obbligando coloro che erano a conoscenza a mantenere il silenzio."
Per Maria Guerrisi – 5a ITPR Corrado Gex: “È strano come, nonostante le testimonianze che si hanno a disposizione, con il passare degli anni si sia sempre cercato di negare anzi di revisionare ciò che è accaduto”.
“La parte umana di questo viaggio è stato ciò che ho apprezzato di più; a partire dalla guida, Susanna, che ha saputo trasmetterci concetti e informazioni che evidentemente aveva a cuore – sottolinea Alessandro Collura – 5a Liceo scientifico Bérard – È sempre prezioso poter usufruire di questi progetti unici che ci aprono gli occhi su spezzoni della storia italiana nella guerra che i libri di storia non trattano con il dovuto riguardo. Tra tutti Romano, un'altra guida, mi ha colpito con la sua spontaneità e la sua simpatia, coinvolgendomi emotivamente nel dramma dell'esodo istriano e delle foibe. Tengo a citare le parole di Romano che col cuore in mano ci ha detto: "Io non sono fascista, non sono comunista, sono Italiano". Credo che in questo periodo di spersonalizzazione e di perdita dell'identità nazionale queste siano parole iperboliche che rendono evidente un sentimento di rabbia e tristezza di chi vorrebbe essere riconosciuto Italiano e non ne ha la possibilità”.
"È stata un'esperienza a 360 gradi: abbiamo avuto la possibilità di fare chiarezza su fatti che hanno cambiato radicalmente la storia del Paese in cui viviamo sotto ogni punto di vista – politico, culturale e socio-economico -, e soprattutto di poter vedere in prima persona i luoghi che sono stati teatro di questi drammatici eventi – il racconto di Serena Torreano – 5aA Liceo delle scienze umane economico-sociale di Verrès – Le testimonianze e le spiegazioni fornite da coloro che ne sono stati coinvolti in prima persona ci hanno permesso di poter comprendere appieno le vicissitudini che li hanno colpiti, le sofferenze che hanno provato e le condizioni deprecabili in cui sono stati costretti a vivere."