Nel gergo comune si ha la tendenza ad associare a questo termine una connotazione negativa. In realtà non c’è nulla di più naturale di provare questo tipo di emozione. Vediamo di capire insieme il perché.
Per prima cosa tutti noi abbiamo vissuto l’esperienza dell’ansia, basti pensare per esempio quando a scuola il professore guardava il registro per decidere chi doveva essere interrogato, oppure la paura proprio prima di una competizione sportiva o da adulti quando abbiamo dovuto fare un colloquio di lavoro. L’ansia è anche una sensazione che può accompagnarci tutti i giorni, facendoci preoccupare per ogni minima cosa.
Ora pensiamo a cosa succede nel nostro corpo quando siamo invasi da questa emozione: il battito cardiaco aumenta, le mani diventano fredde e sudate, i muscoli si contraggono, possono presentarsi tremori e brividi, iniziamo ad avere difficoltà di concentrazione e il fiato diviene corto…
Adesso invece vi chiedo di porre l’attenzione su questa metafora:
immaginate una gazzella. È nella savana e sta brucando tranquillamente, ha fame ed è appagata. Mentre mangia riesce anche a notare che lì, a poca distanza da lei, c’è un bel maschio, anche lui contento di gustarsi l’erba e di riempirsi la pancia. Ad un certo punto però la gazzella sente un rumore, sa che non promette nulla di buono, si tratta del segnale che si sta avvicinando un leone. Cosa fa ora la gazzella secondo voi? Continua a brucare e a guardare il maschio oppure scappa il più velocemente possibile?
Ovviamente fa l’unica cosa possibile che le ha permesso di sopravvivere fino ad oggi: SCAPPA!!!!!
Ora secondo voi di cosa ha bisogno il corpo per fuggire il più velocemente possibile?
Sicuramente ha bisogno che i muscoli le permettono di fare uno scatto. Per far ciò il cuore deve accelerare il suo battito, in modo che il sangue raggiunga le fasce muscolari e queste diventino più tese permettendo così lo scatto e la fuga. Il sistema digerente e il sistema di riproduzione si interrompono immediatamente, perché non utili alla sopravvivenza in quel momento, la vista si offusca perché il campo visivo si riduce per puntare dove deve andare.
Come potete notare il cervello ha preparato, in modo perfetto, il corpo alla fuga, in modo tale da dare alla gazzella la possibilità di scappare.
Ora voglio farvi questa domanda: i sintomi descritti prima dell’ansia non sono gli stessi di quelli che hanno permesso al quadrupede di salvarsi? Ebbene sì!
L’ansia non è nient’altro che un sistema innato che si attiva durante la percezione di un pericolo.
Il problema si presenta quando il pericolo non è un leone oppure un ladruncolo che vuole rubarci la borsa, ma quando il pericolo è fittizio, cioè non pericoloso per la propria sopravvivenza come per esempio il giudizio del nostro collega sul posto di lavoro oppure il timore di sbagliare.
Il nostro cervello funziona nella stessa maniera, sia che si trovi di fronte ad un pericolo reale sia che si trovi di fronte ad un pericolo immaginario. Nel primo caso il nostro corpo si prepara a fuggire, mette in atto quello che viene chiamato comportamento di attacco e fuga e una volta messo in moto e scampato il pericolo tutto si ristabilizza come prima; ma quando la minaccia non è reale questo sistema non si disattiva, il battito cardiaco accelerato, il respiro corto, la tensione perdura nel tempo…. Ecco perché l’ansia diventa dannosa per la nostra salute.
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Per informazioni:
Nicoletta Savoye
Sito: www.nicolettasavoye.it
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