Processo per l’incidente mortale sull’A5, il perito della Procura: “Mancata verifica dei rischi”

L’ingegner Di Bisceglie è intervenuto oggi, mercoledì 30 maggio, nel giudizio per omicidio colposo a Eugenio Bonini e Marcello Christillin, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale della Sav nel 2014. Prossima udienza l’8 giugno.
Immagine di archivio
Cronaca

“Emerge una mancata verifica dei rischi, che sussistono tuttora: non è escluso che possano verificarsi altri incidenti”. Parole del consulente della procura di Aosta, l’ingegner Giuseppe Di Bisceglie, pronunciate oggi, mercoledì 30 maggio, durante un’udienza del processo che vede imputati per omicidio colposo gli ex vertici della Società Autostrade Valdostane. L’accusa per Eugenio Bonini (74 anni, di Torino) e Marcello Christillin (79, Aosta), all’epoca dei fatti rispettivamente amministratore delegato e direttore generale della Sav, è legata all’incidente in cui, il 24 gennaio 2014, perse la vita la torinese Barbara Daviero.

La donna, 40 anni, era a fianco del marito, su un fuoristrada Rav4. Il mezzo uscì dalla corsia, all’altezza di Arnad. In quel tratto, mancava il guard-rail: il terminale della barriera trafisse l’auto, uccidendola. I fatti suscitarono commozione: era al sesto mese di gravidanza e lavorava alla Fondazione San Paolo. Secondo il perito incaricato dall’accusa (rappresentata in aula dal pm Luca Ceccanti), “in quella situazione si sono verificati due fenomeni: un varco di 34 metri nella barriera e la testata non adeguata, seppur non vietata. Il terminale che c’era probabilmente era stato installato nel 1992”.

L’ingegner Di Bisceglie si è quindi detto “perplesso” perché “nel 2011 un altro veicolo aveva avuto un incidente e la Sav aveva ripristinato la barriera come era prima. Sarebbe bastato completare quel varco di 34 metri”. Così facendo, “ci sarebbero stati solo danni per il veicolo”, che – è continuato l’esame del perito – “in base ai rilievi della Polizia stradale procedeva tra i 100 e i 130 chilometri orari”. “E’ strano – ha aggiunto il professionista – che nel 2004 sia stata sostituita la barriera spartitraffico centrale, ma non quella laterale”.

Analizzando i singoli elementi, l’ingegnere ha giudicato “la barriera in sé” quale “conforme alla normativa”, ma non la sua “testata terminale, perché non è omologata alle nuove norme: quello era un terminale semplice, poi esistono quelli di sicurezza, testati per evitare danni agli occupanti del veicolo”. In sintesi, l’autostrada non avrebbe valutato i “rischi per il conducente, come nel caso di malore o scoppio di uno pneumatico”. Infine, per il consulente, l’“A5 è vecchia e realizzata con criteri degli anni sessanta”.

Dopo l’esame del perito, l’udienza è stata rinviata dal giudice monocratico del Tribunale di Aosta Marco Tornatore all’8 giugno prossimo. In quell’occasione verranno ascoltati due consulenti delle difese. Bonini è assistito dagli avvocati Umberto Giardini e Gino Obert, mentre Christillin dai legali Alessandro Mazza e Filippo Maria Christillin.

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