È iniziata oggi al Tribunale di Aosta l’udienza preliminare scaturita dalle indagini sulla valanga che, il 2 marzo 2017, travolse vari gruppi di freeriders nel canalone della Visaille, a Courmayeur, uccidendo tre persone. Vi è un solo imputato, una guida alpina tedesca (un cinquantenne bavarese), che quel giorno accompagnava alcuni degli sciatori, tra i quali una delle vittime, il 57enne Jorg Dietrich Hans Brommer. L’accusa per il professionista della montagna è di omicidio colposo.
Dal 1996, la zona del distacco è inserita in un’area in cui, per effetto di un’ordinanza comunale finalizzata a evitare “gravi incidenti”, vige il divieto di effettuare il fuoripista. L’udienza è stata rinviata dal Gup Giuseppe Colazingari, accogliendo l’istanza di un avvocato che – subentrato da poco ad un collega – ha chiesto i termini a difesa, per valutare approfonditamente il fascicolo. L’intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento è stata manifestata da alcuni sciatori travolti dalla valanga e tratti in salvo.
Oltre a Brommer, nel distacco persero la vita il designer torinese 35enne Federico Mighetto (che era con la compagna, rimasta ferita) e il 26enne belga Costantin Michel Didisheim. Al termine delle operazioni, gli uomini del Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza avevano raccontato di essersi trovati di fronte ad una scena tale da ricordare “un campo di battaglia”. Quando gli elicotteri avevano depositato le guide, alcuni sciatori erano intenti a scavare nella neve, alla ricerca di altri travolti. I soccorritori avevano messo anche l’accento sul rialzo termico significativo di quel giorno, con seppellimenti risultati importanti, anche di un metro, un metro e mezzo.
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Constantin was 25, not 26!