L’Adava torna a chiedere di “far pagare l’imposta di soggiorno a chi affitta ai turisti”

L'associazione chiede anche che siano identificati gli appartamenti affittati ai turisti e che si comunichi all'Office du turisme le presenze “a fini statistici”. Marguerettaz: “C'è una proposta dei sindaci valdostani per un registro degli appartamenti”.
Camillo Rosset e la platea di albergatori
Economia

“Noi non vediamo negli appartamenti una concorrenza sleale, noi della concorrenza non abbiamo paura e non vogliamo protezionismi: in questa sala ad esempio siamo tutti amici e colleghi, ma allo stesso tempo anche competitors sul mercato”. Filippo Gérard, presidente Adava, sigla che riunisce gli albergatori della Valle d'Aosta, è tornato su un tema già battuto più volte, durante l'assemblea generale dell'associazione di questo pomeriggio.

Dallo schermo installato in un hangar dell'aeroporto Corrado Gex, che ha ospitato la riunione di quest'anno, è stato trasmessa anche una parte di una puntata della trasmissione Rai, Report, che parlava appunto delle grandi aziende nate all'insegna della sharing economy – la più celebre Airbnb – ma che si sono sviluppate come veri e propri imperi multinazionali, con seri problemi di equità nella fiscalità, sia da parte delle aziende stesse sia da parte di chi ne usufruisce.

“La nostra associazione non è assolutamente contraria a chi affitta appartamenti ad uso turistico, anzi riteniamo quest'offerta complementare, una risorsa per l'intero sistema – ha commentato Gérard sia dal vivo che in una nota stampa – chiediamo però che le regole siano le stesse per tutti, vogliamo poter competere”.

“Noi – continua il presidente Adava – non abbiamo paura di niente e non siamo neanche dei non peccatori: se ho un albergatore vicino di casa che aggiunge un letto nella stanza per non perdere l'incasso è ovvio che non dovrebbe farlo, ma un conto è aggiungere un letto ogni tanto, un conto è essere dei fantasmi per il fisco”

Gli albergatori hanno perciò chiesto che fossero applicati “alcuni semplici principi che garantiscano maggiore trasparenza, sicurezza e parità di trattamento”. “Chiediamo – continua Gérard – che venga fatta una semplice segnalazione in Comune identificando quale appartamento viene affittato a scopo turistico, che vengano comunicate all'Office régional du turisme le presenze a fine statistico e che si richieda e venga fatta pagare l'imposta di soggiorno: un'imposta i cui proventi le amministrazioni utilizzano per investimenti sul turismo”.

L'assessore regionale al Turismo uscente Aurelio Marguerettaz è intervenuto durante l'assemblea, dando uno spunto sullo stesso tema: “C'è un testo di legge elaborato dal Celva che introduce il registro degli appartamenti che ricevono turisti per ogni Comune ed è una vera novità che potrà permettere alle amminsitrazioni locali di fare i controlli – spiega – questo testo per il nuovo Consiglio regionale è disponibile e potrà dare delle nuove risposte”.

L'assessore ne ha anche approfittato per fare un quadro generale dei dieci anni (quasi) continui passati al Turismo: “In questi anni ci sono tati incrementi non da poco, è merito di tutti, abbiamo capito che fare sistema premia – ha detto – gli arrivi sono cresciuti del 40 per cento, anche se il periodo di vacanza si è contratto; ci salvano gli stranieri, la cui permanenza è ancora sopra le cinque giornate”.

Visto il contesto, Gérard ha anche approfittato per parlare di aeroporto: “Sicuramente noi speriamo che l'aeroporto possa ripartire e ci auguriamo che sia sotenibile – ha detto il primo – con una destinazione che sia Roma e che magari ci colleghi anche nelle stagioni con i charter della neve”.

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