Da Gressoney-Saint-Jean fino in Siberia con una Panda 4×4 del 1997

Paolo Peccoz, 53 anni di Gressoney-Saint-Jean, prenderà parte assieme a due amici lombardi al Mongol Rally 2018, l’evento motoristico amatoriale più grande al mondo.
Paolo Peccoz
Società

“Il viaggio è l’unica cosa che compri e che ti rende più ricco”. E’ avendo ben impresso questo aforisma che Paolo Peccoz, 53 anni di Gressoney-Saint-Jean, si appresta ad attraversare l’Europa e l’Asia con una Panda 4×4 del 1997 per raggiungere Ulan Ude, nel cuore della Siberia.

Il valdostano, assieme a due amici, prenderà parte al Mongol Rally 2018, l’evento motoristico amatoriale più grande al mondo. A dispetto del nome, l’appuntamento che porta ogni anno in Mongolia oltre 400 squadre (quest’anno 35 italiane), non è una gara. “La più grande avventura del mondo” la definiscono gli organizzatori.

Per partecipare, oltre ad un pizzico di pazzia, basta rispettare tre semplici regole: viaggiare con un’auto vecchia e non superiore ai 1200 di cilindrata; arrivare in Siberia fra il 15 di agosto e fine agosto. Non c’è un percorso predefinito, quindi, ognuno può costruirsi il proprio. Vietato il Gps, bisogna affidarsi alle vecchie mappe. Infine, essendo un evento benefico, ogni partecipante deve raccogliere almeno 1000 pound da destinare ad associazioni di volontariato.

“Sono stato invitato a questo viaggio perché ho una discreta competenza di rally e di viaggi” racconta Paolo Peccoz, pilota di rally negli anni Ottanta e Novanta. “Mi piacciono le auto e ho fatto diverse esperienze in fuoristrada anche in Sahara e nei Balcani”.

Se il valdostano si è fatto carico di preparare l’auto dal punto di vista tecnico, i due suoi compagni di viaggio – Alberto Cazzani di Vigevano e Marco Piazzotta di Milano, entrambi assidui frequentatori di Gressoney  –  si sono occupati di organizzare il viaggio e raccogliere i soldi necessari.

L’avventura comincerà ufficialmente il 24 luglio da Piazza Ducale a Vigevano. La Panda 4×4 con a bordo il valdostano attraverserà due continenti, almeno sette stati, passando attraverso sei fuso orari e macinando13mila km.

“La nostra scelta è quella di passare su di una rotta molto a nord, attraverso le Repubbliche Baltiche per poi proseguire fino a Mosca; da lì, scendere a sud-est per entrare in Mongolia ed attraversarla da ovest verso est, passando dalla Capitale Ulan Bator da dove, in direzione nord, raggiungeremo il Lago Baikal e il punto di arrivo dell'evento ad Ulan Ude in Siberia” racconta Paolo.

“Avremo con noi una tenda perché la gran parte delle notti contiamo di passarle in Mongolia, in luoghi dove non ci sono strutture ricettive” prosegue Paolo, che grazie a questo rally potrà scoprire il deserto del Gobi. “Era uno dei miei sogni”.  

Oltre alle 500 sterline da destinare all’Associazione degli organizzatori, Cool Earth, che si occupa della tutela delle foreste pluviali amazzoniche, ogni equipaggio devo individuare un’altra iniziativa benefica. La scelta del team valdo-lombardo è ricaduta sull’Associazione Dynamo Camp, che si occupa dei bambini e degli adolescenti affetti da patologie gravi e croniche. Per sostenere l’iniziativa con una donazione basta cliccare qui

La pazza corsa del valdostano può essere seguita sulla pagina Facebook dell'Orion Dreamers Team.

 

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