Parla la turista della recensione choc: “Ecco perché non ci siamo rivolti a Polizia e ospedale”

All’indomani dell’emergere della vicenda delle presunte bastonate inferte dal titolare di un albergo aostano, Audrey Goodridge, autrice del testo e moglie dell’uomo che sarebbe stato colpito, accetta di tornare sui fatti che hanno fatto il giro d’Italia.
Cronaca

All’indomani del clamore suscitato dalla recensione choc lasciata su TripAdvisor, riguardante le presunte bastonate ricevute dal titolare di un albergo aostano, Audrey Goodridge, turista autrice del testo e moglie dell’uomo che sarebbe stato colpito, è a casa, in Sud Africa. Raggiunta, accetta di tornare sui fatti rimbalzati sui media italiani, accaduti durante “il nostro primo viaggio in Italia”, in compagnia del marito e dei figli: un maschio quindicenne e una bambina di sette anni.

In particolare, guardando alle numerose reazioni al suo racconto (respinto al mittente da Paolo Maccari, proprietario dell’hotel in questione, il “Mignon”, che dice “ho detto loro di andare via e di farlo subito”, perché “in due hanno pisciato sotto le camere”, ma nega di aver bastonato l’uomo), la donna afferma di aver notato i numerosi commenti di persone “che si chiedono perché non ci siamo rivolti alla Polizia, o all’ospedale” e di voler chiarire questo aspetto.

Aggiunge quindi che la sera dei fatti, il 18 agosto scorso, “eravamo traumatizzati e disperati” e che “mio marito ha deciso di non chiamare le forze dell’ordine perché era convinto che, essendo già sera avanzata, avremmo accumulato ulteriore ritardo, perdendo la stanza nell’hotel di Saint-Rhemy-en-Bosses nel quale abbiamo poi trascorso la notte. Volevamo solo sentirci al sicuro, assieme con i nostri bambini”.

“Il giorno dopo – continua il racconto della donna – abbiamo riflettuto sull’informare la Polizia. Ne abbiamo parlato con una coppia italiana incontrata in albergo”, ma secondo quelle persone “non averlo fatto al momento” significava “che era ormai tardi”. Parere non corretto (una denuncia è possibile anche a posteriori), ma “avevamo ancora molte cose di cui occuparci, a proposito della nostra auto, di un’altra notte in albergo” ed “eravamo esausti dal giorno prima”. La famiglia decide, così, di soprassedere.

La questione è stata però segnalata, con delle e-mail, “all’ufficio del turismo di Aosta e ad un ente turistico nazionale”, ma per ora “nessuno ha risposto a quei messaggi”. La donna non esclude, prossimamente, di inviare una mail “anche alla polizia di Aosta”. Quanto alle cure ospedaliere, il giorno dopo la presunta aggressione, “eravamo in albergo a Saint-Rhemy-En-Bosses”, ma “nonostante i tentativi del titolare di telefonare a tutti gli autonoleggi non siamo riusciti a trovare un mezzo di trasporto per scendere in città e far vedere la schiena di mio marito da un dottore”.

L’uomo avvertiva “parecchio dolore”, ma per la moglie “era così preoccupato di riuscire a trarre d’impaccio la nostra famiglia dalla situazione”, che “ha messo la sua condizione in secondo piano”. Nel ricordo di quelle ore serbato da Audrey Goodridge, l’uomo “si è concentrato sul parlare dell’accaduto con i nostri figli, ancora emozionalmente traumatizzati, e di procedere a tutti gli adempimenti con la compagnia d’assicurazione” che si occupava dell’auto in panne. Insomma, la coppia ha preferito mettersi in condizione di continuare il viaggio, lasciandosi l’accaduto alle spalle. E su Tripadvisor.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte