Val Ferret, nell’inchiesta anche la manutenzione stradale e la prevedibilità del crollo

Ad occuparsi degli accertamenti, su delega del pm Eugenia Menichetti, sarà l’aliquota del Corpo forestale della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura. Al momento, il fascicolo è contro ignoti per omicidio, disastro e lesioni colposi.
Frana Val Ferret
Cronaca

Sono molteplici gli aspetti che dovranno essere vagliati dall’inchiesta sulla colata detritica della Val Ferret che, lo scorso 6 agosto, ha ucciso due persone. Tra di essi, capire se il fenomeno poteva essere previsto (sulla base, anche, dell’esistenza di eventuali precedenti), quali siano esattamente le competenze (in particolare, manutentive) sulle aree interessate dal crollo e se – e quali – nel tempo attività siano state svolte nell’ottica di aumentare la sicurezza degli automobilisti di passaggio.

Se ne occuperà, su delega del pubblico ministero Eugenia Menichetti, titolare delle indagini, l’aliquota del Corpo forestale della Valle d’Aosta della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura di Aosta. Il fascicolo è aperto, al momento, contro ignoti e vede, quali ipotesi di reato, l’omicidio colposo plurimo, il disastro colposo e le lesioni colpose. Quella sera, dopo un temporale, la massa di fango e detriti, staccatasi a seguito dell’esondazione del torrente Marghera, aveva invaso la strada comunale a monte di Planpincieux e a Meyen, arrivando a delle auto.

Su una di queste, una Panda gialla, viaggiavano le due vittime: Vincenzo Mattioli (71 anni) e la moglie Barbara Gulizia (69), entrambi di Milano. Avevano casa a Morgex e, poco prima, in quella destinata a diventare la loro ultima telefonata al figlio Simone, effettuata all’inizio del pomeriggio, avevano spiegato che si apprestavano a farvi ritorno, a causa del maltempo. Purtroppo, non ci sono riusciti. Il corpo dell’uomo era stato ritrovato in serata, nell’auto semi-distrutta. La donna solo il giorno dopo, sotto la vettura.

I due coniugi appaiono ancora in vita in un video girato da due giovani, riusciti a sfuggire alla furia di fango e massi, acquisito dal Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves. Nelle immagini, e nelle testimonianze di chi le ha realizzate, l’auto compare bloccata vicino al ponte che conduce al sentiero per il rifugio Bertone, dove poco dopo la colata l’ha travolta. Se quanto accaduto fosse evitabile, e sia riconducibile a responsabilità altrui, rappresenta l’interrogativo chiave che il pm Menichetti è chiamato a sciogliere.

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