Per gli inquirenti erano una sorta di “Bonnie e Clyde” in salsa nostrana. Lui, 40 anni, di origini albanesi; lei italiana, più giovane, 32enne. Stando alle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura, tra il 2014 e il 2017, avrebbero compiuto diversi furti nelle abitazioni (e in un ufficio) di persone alle quali si presentavano come badante, collaboratrice domestica, per fare dei piccoli lavori, o ancora per stringere amicizia. Oggi, al Tribunale di Aosta, è arrivata la prima sentenza del procedimento nato dall’arresto dei due, avvenuto lo scorso febbraio.
Riguarda lui, Anton Ndreka, residente a Nus. Ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato e il Giudice per l’Udienza Preliminare Davide Paladino gli ha inflitto 3 anni di carcere e 1000 euro di multa. L’accusa era rappresentata dal pm Carlo Introvigne. La compagna, Margherita Ricci, non ha invece chiesto riti alternativi ed è stata rinviata a giudizio, con udienza fissata per il prossimo 21 gennaio. I furti addebitati alla coppia, alcuni dei quali con effrazione, erano stati messi a segno a Nus, Quart e Aosta.
All’epoca degli arresti, il Capo della Squadra Mobile Eleonora Cognigni aveva spiegato come a mettere sulle tracce dei due era stato proprio il loro modus operandi, riscontrato su cinque diverse denunce ricevute in Questura. “Gli autori del furto hanno sfruttato con una certa scaltrezza le relazioni che esistevano tra gli stessi e le vittime. Grazie alle informazioni carpite – ad esempio dove erano nascoste le chiavi di riserva, o i contanti e i gioielli – riuscivano ad introdursi negli appartamenti”.