“Fermento”, uno studio sulle esperienze di innovazione circolare si presenta

Verrà presentato su iniziativa della Fondazione comunitaria della Valle d'Aosta giovedì 13 dicembre alle ore 17.30 presso il Salone della Bcc di via Garibaldi, ad Aosta.
Maison Bruil
Economia

Si intitola “Fermento” ed è un rapporto di ricerca che ha l’obiettivo di fornire una prima esplorazione sulle esperienze di innovazione circolare in Valle d’Aosta, ovvero di quelle pratiche – allo stesso tempo economiche e sociali – che propongono un nuovo modello di sviluppo delle Alpi, fondato sulla rigenerazione delle sue risorse agroalimentari, turistiche e forestali.

Un fenomeno ormai di portata europea che trova terreno particolarmente florido nella storia socio-economica valdostana, la cui montagna ha subito, per decenni, uno sviluppo fondato sull’utilizzo intensivo di alcune sue risorse naturali e che ha contato su una straordinaria capacità finanziaria da parte dell’attore politico regionale.

L’uso speculativo del territorio per il turismo sciistico, l’edilizia residenziale e l’industria siderurgica e idroelettrica hanno cambiato profondamente il modo di vivere le Alpi; mentre la crisi economica ha messo in evidenza le carenze e le opportunità inesplorate del contesto produttivo valdostano, creando le condizioni per la nascita di nuovi progetti imprenditoriali.

Il rapporto – che verrà presentato giovedì 13 dicembre alle ore 17.30 presso il Salone della Bcc di via Garibaldi, ad Aosta – mette proprio in evidenza le caratteristiche economiche e sociali principali di queste imprese in cui sembrano convergere, pur con rilevanti contraddizioni, tradizione e innovazione, sostenibilità e crescita, nell’ottica di un rilancio non solo materiale, ma anche simbolico della montagna.

Gli esempi non mancano: dalla valle di Gressoney, dove due giovani laureati decidono di recuperare ettari di terreni abbandonati per coltivare le patate della tradizione Walser; al museo etnografico di Introd nel quale una start up culturale ha creato una rete tra produttori e turisti; fino all’incontaminata Valpelline, dove un intero territorio si è associato in un’offerta di turismo dolce rifiutando l’arrivo dell’Elisky.

La Valle d’Aosta sembra, quindi, essere in “fermento”, animata da decine di progetti di micro o auto impresa, che presentano tra loro alcune caratteristiche comuni.

L’esito principale del rapporto – che sarà introdotto dal professor Patrik Vesan, della Fondazione Comunitaria e dell’Università della Valle d’Aosta e presentato dal dottor Claudio Marciano, docente di “Politiche per l’Innovazione” presso l’ateneo valdostano – è il tentativo di definire i punti di contatto tra queste esperienze affinché vengano concepite come parte di un unico processo la cui estensione va, molto probabilmente, ben oltre i confini della Valle d’Aosta, per riguardare tutto l’ecosistema sociale delle Alpi.

A dare il benvenuto sarà il professor Pietro Passerin d’Entrèves, vicepresidente della Fondazione, mentre a discutere il report sarà il professor Annibale Salsa, antropologo e membro del cda dell’Università della Valle d’Aosta, già Presidente del CAI, è studioso e profondo conoscitore dell’ambiente Alpino nelle sue varie sfaccettature.

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