L’acquisto di un seggiolino auto da parte del Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha suscitato un certo clamore tra i nostri lettori che hanno posto una serie di interrogativi rispetto all’utilizzo delle auto blu da parte dei consiglieri regionali valdostani. Chi può utilizzarle? Per quali scopi? Con quali modalità? E il tanto discusso seggiolino, è in qualche modo previsto? Per dare una risposta a queste domande abbiamo cercato sul sito del consiglio regionale un documento che potesse aiutarci a saperne di più.
A regolare l’utilizzo delle auto di servizio è la delibera n°120 del 2017, adottata dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio Valle il 24 ottobre dello stesso anno. All’epoca il Presidente dell’Assemblea era Andrea Rosset e il documento in questione fu approvato anche dai vice presidenti Joel Farcoz e Antonio Fosson, otre che dai segretari André Lanièce e Carlo Norbiato.
A far riferimento all’utilizzo delle autovetture di rappresentanza è il Capo V della deliberazione, dall’articolo n°26 al 42. Il documento specifica che gli autoveicoli in dotazione al Consiglio possono essere utilizzati per “ragioni di servizio connesse all’espletamento dei compiti di istituto e per le esigenze istituzionali dei servizi del Consiglio regionale”, dal Presidente del Consiglio, dai componenti dell’Ufficio di Presidenza, dai consiglieri regionali, dal Difensore civico, componenti del Co.Re.Com., della Consulta per le pari opportunità e dell’Associazione ex consiglieri, da dirigenti e dipendenti del Consiglio, tutti “per missioni debitamente autorizzate”.
Chi fornisce tale autorizzazione? L’articolo n°31 spiega che “l’uso delle autovetture di rappresentanza è autorizzato dal Presidente del Consiglio regionale o, in sua assenza, da un Vicepresidente. In assenza di quest’ultimo, vi provvede un altro componente dell’Ufficio di Presidenza”.
A chi si può fornire un’autorizzazione di utilizzo? “Il Presidente del Consiglio regionale – si legge all’articolo n°29 – può autorizzare, di volta in volta, esperti o consulenti del Consiglio regionale o altre persone incaricate di compiti di studio o collaborazione inerenti ad attività istituzionali e culturali del Consiglio, o cui siano state conferite funzioni di rappresentanza di singoli componenti dell’Ufficio di Presidenza, ad avvalersi delle autovetture di rappresentanza per viaggi strettamente attinenti all’assolvimento dei predetti compiti”.
L’auto blu è utilizzabile nei giorni “non lavorativi”? E da chi?” L’articolo 30 specifica che “l’utilizzo delle autovetture di rappresentanza per trasferte o missioni nei giorni non lavorativi è di norma riservato al Presidente del Consiglio e ai componenti dell’Ufficio di Presidenza”.
Esistono dei casi in cui non è possibile utilizzare l’auto blu? Gli articoli 35 e 36 spiegano che “in nessun caso è consentito l’impiego delle autovetture di rappresentanza per ragioni personali” e “per nessun motivo le stesse possono essere concesse in uso a privati”. Inoltre, “sulle autovetture di rappresentanza utilizzate per compiti di istituto è fatto divieto di trasportare, senza autorizzazione da parte dei consiglieri regionali e dei dirigenti responsabili del viaggio, persone estranee non interessate al servizio, o cose non attinenti al medesimo”.
Che tipo di assicurazione viene stipulata per questi veicoli? Cosa succede in caso di incidente? Nel documento non c’è traccia di aspetti assicurativi – se non riguardanti la kasko per le trasferte effettuate dal consigliere regionale con auto propria – con tutta probabilità contenuti in altre deliberazioni.
Chi verifica che le regole siano rispettate? “Il controllo sul regolare impiego delle autovetture di rappresentanza è demandato al segretario generale del Consiglio regionale”, spiega l’articolo n°34.
Nel documento non c’è un riferimento esplicito a parenti, genitori, compagni, coniugi o figli di consiglieri o persone autorizzate, né tantomeno a seggiolini per bambini, anche se l’articolo 36 lascia ampio spazio a interpretazioni, grazie alla possibilità di autorizzazioni varie. Un vuoto normativo che a questo punto, vista la necessità di consentire l’utilizzo delle auto di rappresentanza anche alle famiglie di chi ne avrebbe diritto, andrebbe colmato.
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Perché non fare un’indagine anche sulle auto blu della giunta regionale e soprattutto chi le usa e chi ne ha diritto.
sono dei miserabili.