Ci sono storie che vanno al di là dello sport e che riguardano, “semplicemente”, la vita. Ne accadono tutti i giorni ma, se si tratta di storie positive che coinvolgono giovani sportivi valdostani, poterle raccontare facendo parlare gli stessi protagonisti è un modo di celebrare le “performance” più importanti, quelle fuori dal campo.
Quella di Federico Massone è sicuramente una di queste. Federico, che compirà 21 anni il 1° maggio, è un cestista valdostano in forza al Biella in serie A2, che due anni fa partecipò ai Mondiali di basket Under 21. Alla fine di maggio dell’anno scorso la sorella di Federico, Marina, fu costretta a rientrare anticipatamente dall’Olanda, dove frequentava il primo anno di Università, per motivi di salute.
“Stava male, si sentiva debole ma non riuscivamo a capire cosa avesse”, racconta Federico. “È stata ricoverata un mese ad Aosta e sottoposta a tanti esami”. Poi il responso, terribile soprattutto per una ragazza di 19 anni: linfoma del sangue. Alla diagnosi sono seguiti pesanti cicli di chemioterapia alle Molinette di Torino, fino a che non è risultato che il sistema immunitario di Federico era compatibile al 100% con quello di Marina.
“È stata in isolamento per un mese, durante il quale le hanno praticamente azzerato il sistema immunitario facendole la radioterapia, per far sì che tutte le cellule tumorali venissero ripulite. Nel frattempo, per una settimana io sono stato sottoposto a delle stimolazioni, delle punture per indurre la produzione di cellule staminali e globuli bianchi”, continua il giovane valdostano. A novembre, quindi, il trapianto di staminali: “Non è stato un vero intervento chirurgico: sono rimasto attaccato ad una macchina per quattro ore, mi veniva prelevato il sangue, separando le staminali, i globuli bianchi e tutto quello che poi è stato trapiantato a mia sorella, e poi il sangue mi veniva immesso dall’altro braccio”.
A fronte di un piccolo malessere generale ed un po’ di mal di schiena, Federico ha salvato Marina. Il suo sistema immunitario, quindi, è stato completamente passato alla sorella. Ora la fase più delicata, i primi cento giorni durante i quali le cellule del sistema immunitario di Federico hanno cercato l’equilibrio all’interno dell’organismo di Marina, è passata, anche se la situazione va tenuta sotto controllo. La più giovane della famiglia Massone ora sta cercando di tornare alla vita di tutti i giorni: sta a casa, fa ginnastica. Non può frequentare i luoghi troppo affollati e deve essere sottoposta a controlli settimanali, ma è tornata a sorridere, e con lei Federico e tutta la famiglia: “Le cellule staminali potevano essere le mie, come quelle di mio fratello. Non è stata una cosa tra me e mia sorella: è una cosa che abbiamo fatto tutti insieme, in famiglia”.