“Ognuno di noi quando ha portato i propri figli al Colle ha potuto notare la differenza tra la gestione prima e quella dopo. C’era chi curava questa stazione con l’amore della persona che abita qui, c’è chi la vive con l’accento lombardo.” Così interviene Luciano Caveri, dalle file del pubblico presente ieri sera al centro congressi del comune di Saint-Vincent per discutere sul futuro della stazione sciistica del Col de Joux, oggi a rischio chiusura.
L’affermazione conquista gran parte dei presenti, riuniti per difendere le sorti del Colle. Pronti a puntare il dito contro la società che si è aggiudicata l’appalto per la gestione della stazione sciistica e contro il Sindaco. Se la prima viene accusata responsabile dello stato di degrado e abbandono in cui tergiversa il sito, il secondo sembra invece colpevole di aver già preso la sua decisione dello “stop allo sci”.
Al di là dei raffronti tra gestori attuali e quelli passati, l’idea del Sindaco è di organizzare un incontro costruttivo. Per porre le basi del confronto vengono presentati dati sul tracollo climatico e testimonianze giornalistiche sui continui rinvii di apertura. Si parte dalla stagione invernale 2014-2015 quando gli impianti restarono chiusi per le festività natalizie, dopo un anno che aveva registrato il record di presenze. Nel 2016-2017 l’arrivo del nuovo gestore Snowmet e le prime firme dei cittadini per scongiurare la chiusura. Soltanto nel dicembre 2017 le abbondanti nevicate anche in bassa quota fanno si che al 23 del mese la seggiovia sia aperta. L’excursus termina evidenziando le criticità della stagione 2018-2019.
A concludere le analisi, che approfondiscono i cambiamenti climatici in Valle d’Aosta e il mantenimento dell’innevamento programmato, la domanda “Quale futuro per la stazione sciistica del Col de Joux?”.
Per il primo cittadino il comprensorio comunale, situato a 1.640 metri d’altezza e distante circa 15 chilometri da Saint-Vincent con i suoi 8 chilometri di piste dotate di una seggiovia, uno skilift e tre tapis roulant, necessita di un ripensamento. Infatti in un’analisi costi-benefici la stazione sciistica, che segue il trend delle stazioni di piccole dimensioni, “è un disastro”. Ed ecco che per rimediare vengono proposte ai presenti alcune idee per sviluppare un turismo di tendenza. Lamentele in sala tra i residenti quando si arriva a immaginare una Spa circondata da un paesaggio invernale, dimenticando il fattore innevamento, o un’area in cui pattinare sul ghiaccio. Tutto ciò per dare alle famiglie un’offerta diversa dallo sci.
Il Sindaco, convinto che il problema sia un’offerta sempre meno competitiva, ricerca nel pubblico suggerimenti e confronto, ma ad arrivare sono le critiche. C’è chi dice, con dati alla mano, che i piccoli comprensori non sono in crisi, citando l’esempio di Rhêmes, e chi propone di utilizzare l’IMU dalla frazione di Moron in su per finanziare il loco.
Anche le posizioni degli Assessori comunali presenti sembrano isolare un po’ il primo cittadino che in sua difesa afferma di non aver ancora preso una decisione definitiva sulla chiusura.
Il momento di fare il grande passo si avvicina perché la revisione della seggiovia, che si aggira intorno ai 700 mila euro, è in scadenza. L’unica salvezza, per fare fronte alle consistenti spese, pare sia la Regione, alla quale è stato proposto un tavolo tecnico-scientifico per risolvere il problema. Ma come convincere l’amministrazione regionale a investire quando a non credere nell’opera che si desidera portare avanti è, secondo i presenti in sala, lo stesso interlocutore?