Tragedia del Rutor, “no” del Gip all’incidente probatorio

L’istanza, mirata alla ricostruzione della dinamica del disastro dello scorso 25 gennaio, costato la vita a sette persone, era stata depositata dalla Procura di Aosta. Ad essa si erano opposti i legali del pilota francese indagato.
Le ricerche dei soccorritori sul ghiacciaio del Rutor
Cronaca

La richiesta di un incidente probatorio, avanzata dalla Procura e mirata a ricostruire con una perizia la dinamica del disastro aereo dello scorso 25 gennaio sul Rutor, è stata rigettata dal Gip del Tribunale Giuseppe Colazingari. Quel pomeriggio si erano scontrati un elicottero della società “Gmh” in servizio per l’eliski e un aereo da turismo Jodel D-140-F decollato dall’aeroporto di Megève. La collisione, ad oltre 2.600 metri di altitudine, aveva fatto sette vittime. Solo due i superstiti, tra i quali il pilota francese Philippe Michel, 64 anni, indagato per disastro aereo colposo aggravato e omicidio colposo plurimo aggravato ed ancora agli arresti domiciliari.

All’istanza dell’ufficio inquirente (l’indagine è affidata al pm Carlo Introvigne) avevano manifestato opposizione i difensori dell’uomo, gli avvocati Jacques Fosson e Alessio Iannone. La tragedia, dal bilancio più pesante degli ultimi diciott’anni di aviazione in Valle, era stata oggetto di una prima “lettura” nello scorso febbraio, da parte del Tribunale del Riesame di Torino, attraverso l’ordinanza con cui la custodia cautelare in carcere del francese (fermato, su disposizione della Procura, all’indomani della tragedia) era stata sostituita con la detenzione in abitazione.

Riprendendo anche il rapporto preliminare dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, che ha avviato un’inchiesta tecnica sull’incidente, i giudici avevano annotato come l’elicottero “svolgeva un’attività autorizzata e comunicata” (ai Carabinieri di La Thuile risultavano pervenuti dalla “Gmh” i relativi documenti), mentre “l’aereo aveva intrapreso un viaggio non comunicato, forse con l’intenzione di compiere un atterraggio non consentito, e non aveva segnalato la sua presenza” nello spazio aereo di competenza del controllo del volo di Milano.

La distribuzione dei rottami – si legge nel documento – risulta coerente con una collisione avvenuta “con entrambi i velivoli aventi una prua orientata sostanzialmente verso sud”. Segno “tale da lasciar supporre che entrambi stessero volando verso le aree atterrabili del ghiacciaio” del Rutor. Al riguardo, la nota Ansv, risalente al 31 gennaio di quest’anno (gli ispettori hanno compiuto un sopralluogo nell’area del disastro), registra (anche attraverso una fotografia) la presenza di “numerose tracce di sci, molto probabilmente lasciate dai decolli e dagli atterraggi dell’aereo”.

L’elicottero “Eurocopter” era pilotato dal 53enne toscano Maurizio Scarpelli. Assieme a lui erano morti la guida alpina che lo accompagnava nella rotazione, il 49enne tedesco (ma residente a Gressoney) Frank Henssler e tre sciatori che provenivano dalla Germania: i coniugi Christoph Jakob e Sattler Ingrid Jakob (entrambi di 58 anni) e l’imprenditore edile bavarese Maximilian Karl Ludwig Schierer (48). A bordo c’era anche il 34enne Martin Werner, l’altro sopravvissuto assieme a Michel. Le vittime che volavano sullo Jodel erano i due allievi del volo addestrativo: il belga Arnaud Goffin (51) e il francese Bruno Marais (59).

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