“All’alba, quando il sol si desta / noi cominciamo a vigilar”. È un verso dell’inno del Corpo forestale e, guardando il “cartellino” dell’ispettore superiore Franco Vicquéry, il comandante della stazione di Etroubles finito ai domiciliari stamattina con accuse di assenteismo, appare anche piuttosto vero. Nei quattro mesi delle indagini, dal novembre 2018 allo scorso marzo, il sottufficiale più volte risulta entrato in servizio ad ore antelucane, come le 5.38, le 6.05, o le 6.27. A metterlo nei guai sono stati piuttosto gli orari d’uscita dalla palazzina di rue François Martinet, nel comune sulla strada verso la Svizzera.
Il pm Luca Ceccanti, titolare dell’inchiesta, contesta infatti al 57enne di essere ricorso ripetutamente a “modalità fraudolente” (evitare la timbratura ed inserirne manualmente di false) per “recarsi presso la propria abitazione a Gignod”, a “svolgere attività private”, come “consumare il pranzo”, in alcuni casi “senza indicare l’interruzione dal servizio”. Accuse circostanziate, perché frutto di ventisette giorni di appostamenti dei forestali della Sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura dinanzi all’abitazione di Vicquéry, dai quali sono state documentate “almeno 38 ore e 15 minuti di assenza illegittima dal servizio”.
Come si apprende dall’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale Giuseppe Colazingari, tali alterazioni della presenza in Stazione (dalle quali deriva l’accusa di aver violato le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze della Pubblica amministrazione) sarebbero state tutt’altro che casuali. “L’indagato – scrive il giudice che ne ha disposto l’arresto – ha di fatto organizzato le proprie giornate e, in massima parte, la propria attività lavorativa nelle ore meridiane e post prandiali facendo aderire la propria organizzazione giornaliera del lavoro agli orari praticati dalla moglie”.
Dall’addebito del “taroccamento” del cartellino discende anche quello di truffa continuata, per aver “indotto in errore” il personale del Corpo Forestale e della Regione “che procedeva all’erogazione della retribuzione anche in relazione alle ore non lavorate”. Valutando la remunerazione oraria del sottufficiale, gli inquirenti hanno calcolato un “ingiusto profitto complessivo di euro 1.134,17”, con “correlativo danno” per l’amministrazione di piazza Deffeyes.
La “timbratura creativa” non sarebbe stata, tuttavia, l’unica “libertà” concessasi da Vicquéry. Nei servizi di controllo e pedinamento, gli inquirenti hanno anche riscontrato (e testimoniato con foto e filmati) l’uso, in ventisei episodi, “al di fuori di qualsiasi esigenza legittimante e di qualsiasi autorizzazione”, di automezzi in dotazione alla Stazione, in particolare una Fiat Panda e un fuoristrada Isuzu. Per il Gip, se ne è servito “come fossero ‘res propria’, recandosi con essi a casa, parcheggiandoli nel proprio garage durante le ore notturne o lasciandoli in cortile durante il giorno ed addirittura utilizzando il pick-up di servizio al solo fine di trasportarvi il proprio cane”. L’accusa, per questo aspetto dell’inchiesta, è il peculato d’uso.
Quanto alla sussistenza delle esigenze cautelari alla base dell’arresto richiesto dalla Procura diretta da Paolo Fortuna, il Gip lo ha accordato valutando elevato ed attuale il pericolo di recidivanza dei reati (i “domiciliari” sono scattati per la truffa e l’alterazione della presenza), perché Vicquéry “nel periodo in cui è stato sottoposto ad osservazione ha svolto attività lavorativa in 75 giorni e solo in 17 non ha posto in essere condotte illecite” e i fatti sono stati commessi “in epoca recente”.
Il giudice Colazingari ha ritenuto pure fondato il rischio di inquinamento probatorio. Le indagini sono da completare, potrebbero richiedere ulteriori accertamenti (anche sentendo i suoi subalterni), ed “è un dato oggettivo” che l’indagato, in qualità di Comandante di una Stazione in cui prestano servizio altri sette forestali, “rivesta una posizione apicale e quindi ben può alterare l’acquisendo materiale probatorio” e “contattare gli appartenenti al reparto per incidere sulla genuinità delle versioni che saranno rese”.
Ad innescare le indagini erano state “segnalazioni di una condotta irregolare”. Un “venticello” di corridoio finito su un tavolo del secondo piano di via Ollietti che, stamattina, con l’arrivo di buon ora della polizia giudiziaria ad Etroubles per l’arresto, ha soffiato ben più freddo della brezza fredda che storicamente spazza la “Comba Freida”.
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Mi piacerebbe vedere la stessa solerzia investigativa con tutti i parassiti del palazzo regionale e comunale