La ripresa economica della Valle d’Aosta arranca

La “Giornata dell’economia 2018” evidenzia una crescita graduale ma inferiore rispetto al resto d’Italia: l’uscita dalla crisi è un percorso lento. “Una regione ricca, ma in difficoltà negli ultimi anni”.
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Economia

Una crescita graduale ma inferiore rispetto all’anno precedente e, soprattutto, alla media italiana: è questa la fotografia dell’economia valdostana nel 2018 fatta da Banca d’Italia, Osservatorio economico e sociale della Presidenza della Regione autonoma Valle d’Aosta e Si.Camera per la Chambre Valdôtaine.

I dati sono stati presentati nel corso della “Giornata dell’economia 2018” ed evidenziano come il recupero ai livelli pre-crisi sia ancora lontano da venire: “Se questo percorso, in Italia e nel Nordovest, è iniziato nel 2013, in Valle d’Aosta si è assistito ad una leggera ricrescita solo dal 2017. Il gap del valore aggiunto regionale rispetto ai livelli pre-crisi è di oltre il 9% in termini reali, il triplo rispetto alla media italiana”, illustra Cristina Fabrizi, della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale Sede di Torino di Banca d’Italia. Ancora in grossa difficoltà il settore delle costruzioni e del commercio al dettaglio, mentre aumentano gli investimenti nell’industria. Sempre secondo i dati di Bankitalia, c’è debolezza soprattutto nel settore pubblico, per quanto invece cresca la dimensione internazionale della nostra regione, con l’export ed il turismo straniero.

Parte di questa difficoltà è da attribuirsi all’evoluzione demografica – o forse è meglio parlare di involuzione: anche se i dati ufficiali ISTAT arriveranno solo a inizio luglio, per il quarto anno consecutivo si assiste ad un calo dei residenti, con un totale di circa 125.700 (-0,37%). Spiega Dario Ceccarelli dell’Osservatorio economico e sociale: “La questione demografica inizia ad essere importante: se l’economia è meno attrattiva, perdiamo popolazione, soprattutto a livello di ingressi. Il bilancio del mercato del lavoro, tuttavia, è sostanzialmente positivo: c’è una leggera contrazione nelle assunzioni e dei tempi indeterminati, ma nell’ultimo anno si registra un ulteriore recupero dell’occupazione (+0,5%) ed una riduzione della disoccupazione (-10,1%). Il turismo ha avuto un ruolo predominante, e si registra una forte eterogeneità sia a livello territoriale che di settori”.

Un’eterogeneità confermata dal progetto Sisprint, condotto da Si.Camera per la Chambre Valdôtaine ed illustrato oggi da Giacomo Giusti, dell’Area studi economici e statistici: “La regione territoriale dell’Alta Montagna è un’eccellenza a livello europeo e sarebbe al nono posto per quanto riguarda il valore aggiunto pro-capite, mentre per la campagna urbanizzata siamo tra la Basilicata e la Sardegna. Emerge anche che Aosta è fortemente dipendente dalla pubblica amministrazione, e nel capoluogo un’impresa su quattro ha chiuso entro i tre anni dall’apertura. In Alta Montagna, invece, ci sono imprese piccole ma molto resistenti, per quanto poco votate all’export”.

Una tendenza economica che non può far sorridere nonostante un reddito pro-capite più elevato rispetto al resto d’Italia: “Una regione ricca, ma in difficoltà negli ultimi anni”. Con queste parole di Cristina Fabrizi si può quindi riassumere lo stato di salute dell’economia della Valle d’Aosta.

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