Accordo con Rete Civica, critiche anche dai “giovani” di Uv e Lega

Il Coordinatore della Jeunesse non ha preso parte lunedì scorso al Comité. "Contestiamo i metodi e i tempi dell'accordo, non i contenuti" dice Marco Carrel. Critiche anche dal coordinatore della Lega Giovani Vda Manuel Cipollone: "Nel programma non si trova alcun riferimento al mondo giovanile".
rete civica - Alberto Bertin e Chiara Minelli
Politica

L’accordo con Rete Civica sta stretto anche ai movimenti giovanili di Uv e Lega.

Il Comité del Mouvement di lunedì scorso, che ha “preso atto” dell’intesa raggiunta in piazza Deffeyes, ha visto l’assenza del coordinatore della Jeunesse, Marco Carrel. 

“La nostra non è una presa di posizione nel merito dell’accordo con Rete Civica, – spiega Carrel – quanto sui tempi e i metodi utilizzati. La forza dell’Uv sono da 70 anni le sue sezioni. Il fatto che non è stato permesso un confronto serio all’interno delle sezioni, ci ha indispettito. Noi l’accordo amministrativo non l’abbiamo visto, quindi non possiamo e comunque non vogliamo giudicarlo”. Il movimento giovanile del Leone Rampante ieri sera ha riunito il proprio Comité. “Abbiamo anche condiviso la necessità che la Jeunesse non rincorra gli equilibri di Palazzo, ma affronti temi più alti, confrontandosi con il territorio. Il 20 luglio partirà  da Gressoney il calendario di incontri estivi, che toccherà diversi comuni della Valle. Ad ottobre vogliamo poi organizzare un corso di formazione politica, per approfondire alcune tematiche, anche in vista delle comunali del 2020.”

In casa del Carroccio, le critiche all’accordo con Rete Civica arrivano anche dal coordinatore della Lega Giovani Vallée d’Aoste Manuel Cipollone.

“Uno di questi comitati elettorali, dal nome Rete Civica, per paura delle elezioni, ha deciso di improvvisare una manovra di palazzo secondo cui sarebbero in maggioranza nelle Commissioni, ma fuori dalla maggioranza in Consiglio.  – sottolinea Cipollone – Insomma in maggioranza nelle segrete stanze, ma pavidamente in minoranza sul palcoscenico in cui tutti i valdostani possono osservarli. Un’ipotesi talmente surreale che oltre a far ridere, perché suppone che i valdostani siano tanto sprovveduti da non capire la finzione, pare lasciare perplessi parecchie delle componenti extra consiliari dei partiti autonomisti. Ma al peggio, nella nostra povera Valle, non sembra esserci fine. Nel programma infatti non si trova alcun riferimento al mondo giovanile, perché, evidentemente, la vecchia politica ha deciso che il futuro della nostra Regione non gli interessa”.

 

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