L’intervento era stato annunciato – anche durante i lavori dell’ultimo Osservatorio comunale sulla qualità dell’aria – e adesso è in pieno svolgimento. La Cogne Acciai Speciali sta ultimando la prima opera di miglioramento dell’impatto ambientale dello stabilimento durante questi gironi di chiusura: la nuova cappa che convoglierà le emissioni diffuse del convertitore AOD.
Un’opera da 5 milioni di euro di investimento complessivo che – tra gli studi, la progettazione ed ora l’assemblaggio – ha avuto bisogno di 231 giorni di lavoro, 169 persone interne coinvolte, 15 risorse interne, 9 imprese, 70 addetti impiegati nel cantiere e che svetterà dalla cima dello stabilimento con i suoi 15 metri di altezza, le sue 60 tonnellate di peso ed una superficie che equivale e due campi da tennis e mezzo.
“Questo è uno dei progetti ambientali più grandi che la Cogne abbia messo in piedi per la riduzione dell’impatto ambientale interno ed esterno – ha spiegato ai cronisti Claudia Sacchetto, responsabile Ambiente dell’azienda – attraverso l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili”.
L’obiettivo – per un investimento che non aumenta la produttività dello stabilimento – è presto detto: “Intercettare le emissioni fuggitive del convertitore AOD – chiude Sacchetto – e ridurre a zero la fuoriuscita di fumo da questo impianto”.
Qualche specifica tecnica, invece, arriva dal Matteo Diani, ingegnere e direttore Impianti e Manutenzione della Cas: “Oggi presentiamo una cappa – spiega – con un volume triplicato rispetto alla precedente, per contenere le emissioni in maniera sicura evitando le dispersioni. Si è valutato di quadruplicare da 123 a 500 m² la superficie di aspirazione di base della cappa e di triplicarne il volume così da portare da 11 a 35 secondi il tempo di permanenza dei gas al suo interno, un intervallo di tempo ottimale perché siano completamente aspirati, convogliati e abbattuti”.
Oltre ai costi, non sono mancate le difficoltà tecniche per un intervento così impattante: “Per appoggiare sulle colonne una cappa da 60 tonnellate, rispetto alle 30 di quella di prima – prosegue Diani –, abbiamo dovuto rinforzare e modificare significativamente le strutture preesistenti. Inoltre, i vincoli aeroportuali ci hanno costretto a concepire un sistema diverso di montaggio potendo contare su una gru da 51 metri anziché da 200, con un importante aggravio di costi”.
Uno sforzo finanziario che quindi, complessivamente, si aggira attorno ai 16 milioni di euro, dovuti anche all’aumento della produttività dello stabilimento in previsione delle 5 settimane di chiusura per i lavori della cappa.
Ora, stando al calendario stilato dai tecnici le attività di montaggio si concluderanno tra il 12 e il 16 agosto – compresi i test a freddo –, per poter consentire ai 170 lavoratori dei reparti Acciaieria, Colata continua e parco Gestione Materie Prime di riprendere l’attività tra un mese esatto, il 19 agosto.