A Saint-Vincent e Châtillon la carenza di personale mette a rischio la chiusura del bilancio, a Valtournenche mancano i responsabili dell’ufficio contabilità e tecnico, oltre che il capo della polizia municipale, a Introd serve un operaio. Sono solo alcuni dei posti vacanti nei 74 comuni valdostani che la Regione, che ha la delega di indire i concorsi a livello di comparto unico, non coprirà o comunque non lo farà nell’immediato, ma entro il 2021. Per questo nel pomeriggio di oggi i sindaci valdostani si sono trovati tutti concordi nel bocciare il piano delle procedure concorsuali dell’Amministrazione regionale.
“Avevamo comunicato alla Regione il fabbisogno degli enti locali, per quanto riguarda sopratutto le figure di geometri e assistenti amministrativi contabili C2” ricorda Giulio Grosjacques “Poco di quanto chiesto viene però messo a concorso. Le esigenze dei comuni, manifestate già nel 2018, alcune delle quali verranno soddisfatte nel 2021, amplieranno le criticità presenti. Quando ci sediamo al tavolo con la Regione per discutere del contratto del comparto unico, sembra in realtà che i comparti siano due.”.
I sindaci accusano Piazza Deffeyes di mancanza di rispetto.“La Regione non dovrebbe avere alcuna discrezionalità nella scelta delle procedure concorsuali e sulla tempistica”.
La richiesta, ribadita oggi, è di riportare sul territorio i concorsi, in capo alle Unités. Anche perché oggi chi supera una procedura concorsuale rifiuta il posto nei comuni, in attesa della chiamata di “Mamma Regione”. “Bisogna cambiare le regole, il candidato non deve poter rifiutare” suggerisce il primo cittadino di Châtillon Tamara Lanaro, ricordando come la richiesta più volte avanzata, ma rimasta inascoltata, era di poter procedere per l’estate con assunzioni temporanee di vigili urbani.
“Gli enti locali sono in una condizione di asfissia” sottolinea il sindaco di Etroubles Marco Calchera. “La situazione è drammatica” gli fa eco il primo cittadino di Valtournenche Jean-Antoine Maquignaz. “La Regione deve fare qualcosa, è suo obbligo, altrimenti qualcuno si dovrà assumere la responsabilità”.
Chiede un’azione “muscolare” contro la Regione Lorenzo Graziola di Morgex. “L’amministrazione regionale è immobile e vorrebbe far diventare anche noi immobili”. Tutti sembrano d’accordo.
A far infuriare i sindaci è anche la proposta di riforma della legge 6 sulle associazioni dei comuni, proposta da Lega, Mouv’ e dal consigliere Claudio Restano. Non tanto per i contenuti, quanto per il confronto richiesto in seno alla competente commissione consiliare, che ad oggi non ha avuto riscontro. Il parere a maggioranza sarà un’astensione. Nel cahiers de doléances finisce anche il disegno di legge sull’elezione diretta dei sindaci “di cui si sono perse le tracce” sottolinea Grosjacques. “Le nostre osservazioni dovevano essere la Bibbia, si sono trasformate in Topolino”.
“Il Celva non riesce mai a essere più di tanto incisivo” accusa Loris Salice, sindaco di La Salle “Non abbiamo la forza di far fronte comune contro il Consiglio regionale. Siamo sempre lì appesi ad un filo e aspettiamo sempre decisioni calate dall’alto”.
Un malcontento raccolto e condiviso dal presidente Franco Manes. “Sono cinque anni che gli interlocutori cambiano, non solo a livello politico ma anche di dirigenza. Basterebbe che il legislatore facesse un unico articolo di legge: rendere i pareri del Cpel vincolanti E’ arrivato il momento di azioni democraticamente di forza, non c’è ombra di dubbio”.
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Da tempo propongo che questa Regione venga commissariata su tutti i livelli di amministrazione centrale. Ormai ci sono tutte le condizioni supportate dalle palesi evidenze di una incapacità gestionale degli amministratori regionali.