È una 33enne bielorussa, e non israeliana come inizialmente segnalato, l’alpinista recuperata stamattina senza vita sul Cervino. Gli uomini del Soccorso Alpino della Guardia di finanza del Breuil stanno sentendo ancora, in queste ore, il compagno di ascensione, un ucraino della stessa età, per chiarire la dinamica dell’accaduto e le cause della morte.
A quanto ricostruito sinora, i due ragazzi erano partiti verso le 13 di ieri, martedì 20 agosto, dal rifugio Duca degli Abruzzi all’Oriondé, a 2.802 metri, per seguire la via normale italiana. La loro progressione, forse non particolarmente costante, li ha portati attorno alle 17 all’altezza della Cheminée, passaggio attrezzato con delle corde.
Stando al racconto del giovane, in quel momento la compagna avrebbe iniziato a sentirsi male, fatto che li avrebbe rallentati ulteriormente, con lui a trasportarla di peso per superare quella parte di arrampicata. È quando la ha issata in cima a quel segmento che il ragazzo sostiene di essersi reso conto di una ferita sul capo di lei, aggiungendo però di non aver notato la caduta di sassi, o essersi reso conto di una caduta che potesse averla causata.
Attorno alle 22.30, un centinaio di metri sotto la capanna Carrel, a quota circa 3.700, l’alpinista ha chiesto soccorso, segnalando che la ragazza era in condizioni decisamente gravi. Il recupero, viste l’oscurità (che non rende possibile al Soccorso Alpino Valdostano alzarsi in elicottero) e la scarsa visibilità in quota (che ha impedito il decollo di Air Zermatt, anche se autorizzata al volo notturno), è potuto avvenire solo stamane.
Dai primi rilievi è emerso che i due alpinisti indossassero il casco e quello della ragazza non risulta presentare segni o lesioni esterne. In mattinata, il cadavere verrà esaminato dal medico-legale, per il consueto riscontro esterno, dal quale si attende una valutazione maggiormente approfondita del trauma alla testa. Nel mentre, i finanzieri continuano a sentire il compagno e negli accertamenti mirati a fare luce su quanto successo.