Una “gabbia” – o per meglio dire una capsula – da 180 tonnellate, per insonorizzare completamente, sia per i lavoratori sia per l’esterno, il forno fusore UHP.
È stata presentata oggi, anche se, al rientro della fermata estiva di cinque settimane, la “Doghouse”, l’intervento di miglioramento acustico, dal costo complessivo di 3,5 milioni di euro, messo in campo dalla Cogne Acciai Speciali e che fa il paio – in realtà chiude il cerchio – con la nuova cappa di aspirazione del forno Aod inaugurata anch’essa ai primi di settembre.
Lavoro complesso, come spiega la Responsabile ambiente dello stabilimento Claudia Sacchetto: “Proseguiamo l’attività della Cogne per migliorare l’impatto ambientale sia per i lavoratori sia verso l’esterno. Si tratta di un progetto complesso, fatto specificatamente per questo sito cercando le vie di fuga del rumore”.
La “scienza complessa” del rumore
“Il rumore è una scienza complessa – spiega invece Matteo Diani, ingegnere e direttore della manutenzione e investimenti della Cogne –, e ci siamo affidati allo Studio di Ingegneria acustica Pisani. È un investimento importante sull’ambiente e la sicurezza, che ha visto interventi di rafforzamento delle strutture, la riprogettazione e ricostruzione da zero dei bracci per gli elettrodi e l’installazione del ‘pacchetto chimico’, ovvero il rifacimento delle pareti del forno per fare entrare l’ossigeno. Di fatto con la ‘Doghouse’ il processo produttivo, dal punto di vista tecnologico, cambia radicalmente, non è solo un involucro”.
Il target da centrare entro fine anno
Il livello del rumore, spiega ancora Diani, è diminuito in maniera evidente, anche l’obiettivo è ancora da raggiungere. Ma, intanto, è a portata: “In questo momento siamo all’80% del target finale di abbattimento, e stiamo affinando. Entro fine dell’anno vogliamo raggiungere il target che ci siamo dati”.
Che, come sintetizza Sacchetto, è facilmente intuibile: “Dobbiamo lavorare per arrivare al 100%”.
I lavori
Le 5 settimane straordinarie di chiusura i due interventi incrociati – “Doghouse” e cappa del forno Aod – hanno portato più di un risultato: “Abbiamo chiuso due cantieri senza infortuni – spiega Diani –, senza criticità rilevate dagli Enti di controllo (ovvero Arpa, Regione, Forestale e Comuni, ndr.) e entro i tempi previsti”.
Dato significativo se si pensa che i cantieri in questione hanno visto la Cogne mettere sul tavolo un investimento complessivo da 12 milioni circa per la sicurezza, e che solo l’intervento della “Doghouse” ha coinvolto 15 lavoratori interni dello stabilimento, 6 imprese e 35 addetti.
A fine novembre si smantella la gru
Chiusi i lavori, non resta che smantellare la gru che svetta sopra la fabbrica, e le cui luci lampeggianti “rimbalzano” da qualche mese su tutta la Plaine.
“La gru è ancora al suo posto – chiude Diani –, con i lampeggianti che per legge abbiamo dovuto mettere vista la presenza dell’aeroporto, e per smontarla servono i permessi che abbiamo ottenuto. Tra il 20 ed il 25 novembre la smantelleremo, per una settimana circa di lavori che permetteranno di restituire l’area allo stabilimento”.